FLEBOGAMMA 5%

Home / FLEBOGAMMA 5%

FLEBOGAMMA 50 mg/ml Soluzione per infusione

Immunoglobuline umane normali per uso endovenoso

Elenco capitoli

  1. CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
  2. INDICAZIONI TERAPEUTICHE
  3. CONTROINDICAZIONI
  4. PRECAUZIONI PER L’USO
  5. INTERAZIONI
    1. Incompatibilità.
  6. AVVERTENZE SPECIALI
    1. Gravidanza e allattamento
    2. Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari
    3. DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE
  7. POSOLOGIA
    1. Modo di somministrazione.
    2. Istruzioni per l’uso.
  8. EFFETTI INDESIDERATI
  9. SCADENZA E CONSERVAZIONE
  10. COMPOSIZIONE
  11. FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Gruppo farmacoterapeutico: sieri immuni ed immunoglobuline: immunoglobuline umane normali per uso endovenoso, codice ATC: J06BA02.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

  • TERAPIA SOSTITUTIVA in caso di:

1. Sindromi da immunodeficienza primaria:

  • Agammaglobulinemia e Ipogammaglobulinemia congenite
  • Immunodeficienza comune variabile
  • Immunodeficienze combinate gravi
  • Sindrome di Wiskott-Aldrich.

2. Forme di immunodeficienza secondaria, tra cui in particolare:

  • Bambini affetti da AIDS congenito ed infezioni ricorrenti pediatriche
  • Mieloma o Leucemia linfocitica cronica con ipogammaglobulinemia secondaria di grado severo ed infezioni ricorrenti.
  • MODULAZIONE DELLA RISPOSTA IMMUNE in caso di:
  • Porpora trombocitopenica idiopatica, in bambini o adulti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici per correggere la conta piastrinica.
  • Sindrome di Guillain Barré.
  • Malattia di Kawasaki.
  • TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO ALLOGENICO.

CONTROINDICAZIONI

Ipersensibilità ad uno qualsiasi dei componenti (vedi anche il paragrafo “Informazioni importanti su alcuni eccipienti di Flebogamma” delle Avvertenze speciali).

Ipersensibilità alle immunoglobuline omologhe, in particolare nei casi molto rari di deficit selettivo di IgA con presenza di anticorpi anti-IgA.

PRECAUZIONI PER L’USO

Alcune reazioni avverse gravi possono essere correlate alla velocità di somministrazione.
Pertanto, si raccomanda di attenersi alla velocità indicata nel paragrafo “Modo di somministrazione”.

I pazienti devono essere sottoposti ad un attento monitoraggio per l’eventuale comparsa di qualsiasi sintomo durante l’infusione.

Alcune reazioni avverse possono verificarsi più frequentemente:

  • per un’alta velocità d’infusione;
  • in pazienti con ipo-o agammaglobulinemia, con o senza deficit selettivo di IgA;
  • in pazienti trattati con immunoglobuline umane normali per la prima volta o, raramente, quando si cambia prodotto o quando è passato molto tempo dall’ultima infusione.

Vere reazioni d’ipersensibilità sono rare; possono aversi nei rari casi di deficit selettivo di IgA con anticorpi anti-IgA.

Raramente, le immunoglobuline possono indurre ipotensione con reazione anafilattica anche in soggetti che avevano tollerato un precedente trattamento.

Potenziali complicazioni spesso possono essere evitate assicurandosi che:

  • i pazienti non siano sensibili alle immunoglobuline iniettando il prodotto lentamente (0,01-0,02 ml/kg/min);
  • i pazienti siano attentamente monitorati per qualsiasi sintomo per tutta la durata dell’infusione.
    In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobuline, quelli ai quali una specialità contenente immunoglobuline umane normali sia stata sostituita con un’altra o i pazienti in cui sia trascorso un lungo intervallo di tempo dalla infusione precedente, dovrebbero essere monitorati durante la prima infusione e per la prima ora dopo la prima infusione, per poter rilevare eventuali reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti dovrebbero essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.

Esistono evidenze cliniche di un’associazione tra la somministrazione di immunoglobuline endovenose (IgEV) e la comparsa di eventi tromboembolici (come infarto del miocardio, stroke, embolia polmonare e trombosi delle vene profonde), che si ritiene essere correlati ad un aumento relativo della viscosità plasmatica a causa dell’alto influsso di immunoglobulina in pazienti a rischio. Deve essere pertanto esercitata cautela nella prescrizione ed impiego di IgEV negli obesi e nei pazienti con preesistenti fattori di rischio per eventi trombotici (quali l’età avanzata, ipertensione, diabete mellito e una storia di vasculopatie o episodi trombotici, soggetti con disordini trombofilici acquisiti o ereditari, quelli sottoposti a lunghi periodi di immobilizzazione, i pazienti gravemente ipovolemici e quelli affetti da patologie che aumentano l’emoviscosità.

Casi di insufficienza renale acuta sono stati descritti in pazienti sottoposti a terapia con immunoglobuline endovenose.

Nella maggior parte dei casi sono stati identificati fattori di rischio come insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, concomitante assunzione di medicinali nefrotossici, età superiore a 65 anni.

In presenza di danno renale, deve essere presa in considerazione la sospensione del trattamento con IgEV.

Anche se segnalazioni di disfunzione renale e di insufficienza renale acuta sono state associate all’uso di molte specialità a base di IgEV autorizzate, va considerato che quelle contenenti saccarosio come stabilizzante rappresentano una quota preponderante dell’intero numero. Nei pazienti a rischio, pertanto, dovrebbe essere preso in considerazione l’uso di prodotti IgEV che non contengono saccarosio. FLEBOGAMMA 50 mg/ml non contiene saccarosio.

In pazienti a rischio di insufficienza renale acuta o di reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti a base di IgEV devono essere somministrati alla velocità infusionale più bassa praticabile.

In tutti i pazienti, la somministrazione di IgEV richiede:

  • adeguata idratazione, prima d’iniziare l’infusione;
  • monitoraggio della produzione di urine;
  • monitoraggio dei livelli di creatinina sierica;
  • evitare l’uso concomitante di diuretici dell’ansa.

In caso di reazioni avverse è necessario ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione.

Il trattamento da intraprendere dipende dalla natura e dalla gravità degli effetti collaterali.

In caso di shock, si devono seguire le linee guida correnti per la terapia dello shock.

INTERAZIONI

Vaccini a virus vivo attenuato.

La somministrazione di immunoglobuline può compromettere, per un periodo di almeno 6 settimane e fino a 3 mesi, l’efficacia dei vaccini a virus vivi attenuati, come morbillo, rosolia, parotite e varicella. Dopo la somministrazione di questo prodotto, deve trascorrere un intervallo di 3 mesi prima di una vaccinazione con virus vivi attenuati. Nel caso del morbillo, questa compromissione può persistere fino a 1 anno.

Pertanto, i soggetti che ricevono un vaccino del morbillo dovrebbero essere controllati sul loro stato anticorpale.

Interferenza con test sierologici.

Dopo infusione di immunoglobuline, l’aumento transitorio dei vari anticorpi trasmessi passivamente può dare falsi positivi nei test sierologici.

La trasmissione passiva di anticorpi agli antigeni eritrocitari (es. A, B, D) può interferire con alcuni test sierologici per gli allo-anticorpi delle emazie (es., il test di Coombs), la conta dei reticolociti e l’aptoglobina.

Incompatibilità.

FLEBOGAMMA 50 mg/ml non deve essere mescolato con altri farmaci o liquidi per uso endovenoso.

Deve essere somministrato tramite un set d’infusione esclusivamente dedicato.

AVVERTENZE SPECIALI

Sicurezza virale

FLEBOGAMMA 50 mg/ml viene prodotto da plasma umano. Quando i medicinali sono prodotti da sangue o plasma umani, vengono messe in atto determinate misure per impedire la trasmissione di infezioni al paziente. Tali misure includono un’accurata selezione dei donatori di sangue e plasma al fine di escludere con certezza quelli a rischio di trasmettere infezioni, e il controllo delle singole donazioni e dei pool di plasma per la presenza di virus/infezioni. I produttori di questi medicinali, inoltre, includono nel processo di fabbricazione procedure efficaci per inattivare o rimuovere virus. Ciononostante, quando vengono somministrati medicinali preparati da sangue o plasma umano, la possibilità di trasmettere un agente infettivo non può essere esclusa completamente. Ciò riguarda anche virus sconosciuti o emergenti o altri tipi di infezioni.

Le misure prese per FLEBOGAMMA sono considerate efficaci per i virus con involucro, come il virus dell’immunodeficienza acquisita (HIV), i virus dell’epatite B (HBV) e dell’epatite C (HCV) e, tra i virus senza involucro lipidico, il virus dell’epatite A (HAV).

Le procedure di inattivazione/rimozione virale potrebbero risultare di valore limitato nei confronti di altri virus privi di involucro lipidico, come il parvovirus B19 ed altri agenti infettivi trasmissibili.

L’impiego delle immunoglobuline non è stato associato con l’epatite A o con il parvovirus B19,

possibilmente perché gli anticorpi conto queste infezioni, che sono contenuti nel prodotto, hanno effetto protettivo.

E’ fortemente raccomandato, ogni volta che si somministra FLEBOGAMMA ad un paziente, di registrarne il nome ed il numero di lotto, per mantenere un legame tra il paziente stesso ed il lotto del prodotto.

Informazioni importanti sull’eccipiente di FLEBOGAMMA

Il prodotto contiene sorbitolo al 5% come eccipiente: non usare in pazienti con intolleranza ereditaria al fruttosio.

Gravidanza e allattamento

La sicurezza d’uso di questo medicinale durante la gravidanza non è stata provata durante studi clinici controllati; quindi, il medicinale va somministrato con cautela alle donne gravide ed alle madri che allattano.

L’esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non sono da attendersi effetti dannosi sul decorso della gravidanza, sul feto o sul neonato.

Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno e possono contribuire alla trasmissione di anticorpi protettivi al neonato.

Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari

Non sono stati osservati effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari.

DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE

POSOLOGIA

Il dosaggio e la frequenza di somministrazione dipendono dall’indicazione.

Nella terapia sostitutiva il dosaggio può essere adattato al singolo paziente, a seconda della risposta farmacocinetica e clinica. A titolo di riferimento, si veda il seguente schema posologico.

Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria

Il dosaggio deve raggiungere un livello minimo di IgG (misurato prima dell’infusione successiva) di almeno 4-6 g/l. Dopo l’inizio della terapia, sono necessari da tre a sei mesi per raggiungere l’equilibrio.

La dose iniziale raccomandata è di 0,4-0,8 g/kg, seguita da almeno 0,2 g/kg ogni tre settimane.
La dose necessaria per raggiungere un livello minimo di 6 g/l è dell’ordine di 0,2-0,8 g/kg/mese.
Raggiunto lo stato stazionario, l’intervallo di somministrazione varia tra 2-4 settimane.

Per aggiustare il dosaggio e la frequenza delle somministrazioni devono essere misurati i livelli minimi plasmatici.

Terapia sostitutiva in caso di:

  • mieloma o leucemia linfocitica cronica con grave ipogammaglobulinemia secondaria ed infezioni ricorrenti
  • bambini affetti da AIDS ed infezioni ricorrenti

La dose raccomandata è di 0,2-0,4 g/kg ogni 3-4 settimane.

Porpora trombocitopenica idiomatica

Per il trattamento di un episodio acuto, 0,8-1 g/kg al primo giorno; il trattamento può essere ripetuto una volta entro i tre giorni successivi, oppure somministrare 0,4 g/kg giornalmente per 2-5 giorni.

In caso di ricaduta il trattamento può essere ripetuto.

Sindrome di Guillain Barré

0,4 g/kg/die per 3-7 giorni. L’esperienza in campo pediatrico è limitata.

Malattia di Kawasaki

1,6-2 g/kg devono essere somministrati in dosi suddivise in 2-5 giorni, oppure 2 g/kg in dose singola. Il paziente va trattato contemporaneamente con acido acetilsalicilico.

Trapianto di midollo osseo allogenico

Il trattamento con immunoglobuline umane normali può essere impiegato come parte della terapia di condizionamento (prima del trapianto) e dopo il trapianto stesso.

Per il trattamento di infezioni e la profilassi della malattia da trapianto verso l’ospite (GVHD), il dosaggio è calcolato individualmente. Tipicamente la dose iniziale è di 0,5 g/kg/settimana, cominciando 7 giorni prima del trapianto e fino a 3 mesi dopo il trapianto stesso.

Se la produzione anticorpale resta carente, si raccomanda un dosaggio di 0,5 g/kg/mese, fino a che i livelli anticorpali non siano tornati alla normalità.

I dosaggi raccomandati sono schematizzati nella seguente tabella:

Modo di somministrazione.

Prima della somministrazione il prodotto deve essere portato a temperatura ambiente o corporea.

FLEBOGAMMA 50 mg/ml deve essere infuso pe
via endovenosa ad una velocità iniziale di 0,01-0,02 ml/kg/minuto (corrispondenti a circa 2-4 gocce/10 kg/min) per i primi 30 minuti. Se ben tollerata, la velocità d’infusione può essere aumentata sino ad un massimo di 0,04 ml/kg/minuto (circa 8 gocce/10 Kg/min) per il resto dell’infusione. Se appaiono effetti indesiderati, va ridotta la velocità d’infusione oppure l’infusione va sospesa sino alla loro scomparsa. L’infusione può poi essere ripresa ad una velocità tollerata dal paziente.

Istruzioni per l’uso.

FLEBOGAMMA 50 mg/ml è fornito con un set infusionale, in confezione a parte.

Prima dell’infusione, portare il prodotto a temperatura ambientale o corporea.

La soluzione deve essere chiara o leggermente opalescente.

Non usare soluzioni torbide o con sedimento.

Il prodotto inutilizzato o il materiale di scarto deve essere eliminato in accordo alle norme vigenti.

SOVRADOSAGGIO

Il sovradosaggio può apportare un eccesso di fluidi ed iperviscosità, particolarmente nei soggetti a rischio, come pazienti anziani o con danno renale.

EFFETTI INDESIDERATI

Come tutti i medicinali, FLEBOGAMMA 50 mg/ml può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino.

Occasionalmente possono verificarsi reazioni avverse quali brividi, mal di testa, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione e moderato dolore lombare.

Raramente le immunoglobuline umane normali possono causare una improvvisa caduta della pressione sanguigna e, in casi isolati, shock anafilattico, anche in pazienti che non hanno mostrato ipersensibilità a precedenti somministrazioni.

Dopo somministrazione di immunoglobuline umane normali sono stati osservati casi di meningite asettica reversibile, isolati casi di anemia emolitica / emolisi reversibile e rari casi di reazioni cutanee transitorie.

Sono stati osservati aumento della creatininemia e/o insufficienza renale acuta (vedi anche le “Precauzioni per l’uso”).

Molto raramente sono state osservate reazioni di natura tromboembolica, come infarto del miocardio, “stroke”, embolia polmonare, trombosi delle vene profonde. Eventi trombotici sono stati riportati nei pazienti anziani, in quelli con segni d’ischemia cerebrale o cardiaca, oltre che in pazienti in sovrappeso e marcatamente ipovolemici.

Per ciò che attiene alla sicurezza virale, vedere il punto “Precauzioni per l’uso”.

Se uno qualsiasi degli effetti indesiderati si aggrava, o se si nota la comparsa di un qualsiasi effetto indesiderato non elencato in questo foglio illustrativo, informare il medico o il farmacista.

SCADENZA E CONSERVAZIONE

Non usare Flebogamma dopo la data di scadenza riportata sul cartone della confezione. La data di scadenza indicata si riferisce al medicinale correttamente conservato nel confezionamento integro.

Conservare a temperatura non superiore a 25°C, nel contenitore originale e nell’imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce.

Non congelare.

La soluzione deve essere chiara o leggermente opalescente.

Non usare soluzioni torbide o con sedimento.

Eliminare eventuali parti della soluzione non utilizzata a causa del rischio di contaminazione batterica. Il prodotto inutilizzato o il materiale di scarto deve essere eliminato in accordo alle norme vigenti.

TENERE FLEBOGAMMA FUORI DALLA PORTATA E DALLA VISTA DEI BAMBINI.

I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

COMPOSIZIONE

Principio Attivo

1 ml di soluzione contiene

Proteine Plasmatiche Totali: 50 mg, di cui almeno il 97% di immunoglobuline umane normali.

Le sottoclassi di IgG, determinate per immunodiffusione radiale, sono così ripartite:

IgG 1: 68,7%;

IgG 2: 25,9%;

IgG 3: 3,7%;

IgG 4: 1,78%.

Il contenuto in IgA è inferiore a 0,05 mg/ml.

Eccipienti

D-sorbitolo al 5%.

Acqua p.p.i.

FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO

Soluzione per infusione.

USO ENDOVENOSO

Confezioni:

Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio e produttore.

Instituto Grifols, S.A.-Poligono Levante, c/Can Guasch, 2-08150-Parets Del Vallès (Barcelona)

  • SPAGNA

Distribuito da: Grifols Italia S.p.A., Via Carducci 62/d – 56010 Ghezzano (PI).

Revisione del Foglio illustrativo da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco:

9 Giugno 2008.