SODIO IODURO (131I) GE HEALTHCARE

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FOGLIO ILLUSTRATIVO

Sodio Ioduro (131 I) GE Healthcare 74 MBq/ml soluzione iniettabile
Sodio Ioduro (131 I) GE Healthcare 925 MBq/ml soluzione iniettabile

Elenco capitoli

  1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
  2. CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
  3. INDICAZIONI TERAPEUTICHE
  4. CONTROINDICAZIONI
  5. PRECAUZIONI PER L’ USO
    1. Popolazione pediatrica
  6. INTERAZIONI
  7. AVVERTENZE SPECIALI
    1. Gravidanza, Allattamento e Fertilità,
    2. Gravidanza
    3. Allattamento
    4. Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
    5. Informazioni importanti su alcuni eccipienti
    6. DOSE, MODO E TEMPO E DI SOMMINISTRAZIONE
    7. Posologia
    8. Adulti
    9. Precauzioni per l’uso).
    10. Popolazione pediatrica
    11. Adulti
    12. Popolazione pediatrica
  8. SOVRADOSAGGIO
  9. EFFETTI INDESIDERATI
    1. Indicazioni diagnostiche
    2. Indicazioni terapeutiche
    3. Disturbi della tiroide e delle paratiroidi
    4. Patologie dell’occhio
    5. Patologie delle ghiandole salivari e lacrimali
    6. Popolazione pediatrica
    7. Segnalazione degli effetti indesiderati
  10. SCADENZA E CONSERVAZIONE
  11. COMPOSIZIONE
  12. FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO
    1. Istruzioni per l’uso
    2. Incompatibilità
    3. Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione
    4. Avvertenze generali

DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

Sodio Ioduro (131 I) GE Healthcare 74 MBq/ml soluzione iniettabile

Sodio Ioduro (131 I) GE Healthcare 925 MBq/ml soluzione iniettabile

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Vari radiofarmaceutici diagnostici della tiroide, codice ATC: V09FX03.

Altri radiofarmaceutici terapeutici, composti dello iodio (131 I), codice ATC: V10XA01

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

Uso terapeutico

La terapia della tiroide con radioiodio è indicata per:

  • il trattamento della malattia di Graves, del gozzo multinodulare tossico, dei noduli tiroidei funzionalmente autonomi
  • il trattamento del carcinoma tiroideo papillare e follicolare compresa la forma metastatica.

La terapia con sodio ioduro (131 I) è spesso associata ad interventi chirurgici e a farmaci antitiroidei.

Uso diagnostico

  • Lo ioduro di sodio può essere somministrato come dose “tracciante” per studiare la cinetica
  • Nel trattamento del carcinoma tiroideo, il sodio ioduro (131 I) è utilizzato per identificare residui
  • Scintigrafia tiroidea con sodio ioduro (131 I) per patologie benigne solo quando non siano

del radioiodio. La stima della captazione tiroidea e dell’effettiva emivita ottenuta con una determinata dose tracciante può essere utilizzata per calcolare l’attività richiesta per la terapia con radioiodio. della tiroide e metastasi (dopo ablazione chirurgica). disponibili radiofarmaci con una dosimetria più favorevole, ad es. 99m Tc o 123 I.

CONTROINDICAZIONI

  • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo Composizione).
  • Accertata o sospetta gravidanza o quando la gravidanza non può essere esclusa (vedere paragrafo Avvertenze speciali).
  • Allattamento (vedere paragrafo (Avvertenze speciali).
  • Uso diagnostico per patologia tiroidea benigna in età pediatrica.
  • Uso diagnostico per patologia maligna nei bambini di età inferiore a 10 anni.

PRECAUZIONI PER L’ USO

Gravidanza e allattamento, vedere paragrafo Fertilità, Gravidanza e Allattamento.

Potenziale insorgenza di reazioni di ipersensibilità o anafilattiche

Se si verificano reazioni di ipersensibilità o anafilattiche bisogna interrompere immediatamente la somministrazione del medicinale e, se necessario, iniziare un trattamento per via endovenosa.

Per favorire un pronto intervento in caso di emergenza, devono essere immediatamente disponibili i farmaci e le apparecchiature necessari, come il tubo endotracheale e il ventilatore.

Giustificazione del beneficio/rischio individuale

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Per ciascun paziente, l’esposizione alla radiazione ionizzante deve essere giustificata in rapporto al possibile beneficio. In ogni caso, l’attività somministrata deve essere tale da garantire la dose di radiazione più bassa ragionevolmente raggiungibile per ottenere le informazioni diagnostiche o gli effetti terapeutici desiderati.

Vi sono scarse evidenze di un aumento dell’incidenza di casi di cancro, leucemia o mutazioni nei pazienti trattati con radioiodio per malattie benigne della tiroide, nonostante l’uso estensivo.

Nel trattamento di patologie maligne della tiroide, in uno studio condotto su pazienti sottoposti a dosi superiori a 3700 MBq di iodio-131 è stata riportata una più alta incidenza di carcinoma della vescica. Un altro studio ha riportato un leggero aumento di leucemie in pazienti sottoposti a dosi molto alte.

Pertanto si consiglia di non ricorrere a dosi cumulative totali superiori a 26000 MBq.

Funzione gonadica nei maschi

Per compensare un potenziale danno reversibile della funzione gonadica nei maschi dovuta all’alta dose terapeutica di radioiodio, nei casi di pazienti con malattia estesa, si potrebbe prendere in considerazione il ricorso alla banca dello sperma.

Compromissione renale/epatica

E’ necessario valutare attentamente l’attività da somministrare nei pazienti con compromissione renale, poiché in questi pazienti esiste un rischio di aumento di esposizione alle radiazioni.

La somministrazione terapeutica di sodio ioduro (131 I) in pazienti con significativa insufficienza renale, nei quali è necessario un aggiustamento della dose, richiede una particolare attenzione.

Popolazione pediatrica

Per informazioni sull’uso nella popolazione pediatrica, vedere il paragrafo Dose, modo e tempo di somministrazione.

E’ richiesta un’attenta valutazione delle indicazioni dal momento che la dose efficace equivalente per MBq è più elevata che negli adulti (vedere paragrafo Dosimetria).

Il trattamento a base di radioiodio di patologie tiroidee benigne in bambini e adolescenti può essere adottato nei casi giustificati, in particolare nelle recidive dopo uso di farmaci antitiroidei, quando si verificano reazioni avverse gravi ad essi o quando il trattamento chirurgico è controindicato.

Nel trattamento dei bambini e degli adolescenti, tuttavia, bisogna tenere conto della maggiore sensibilità dei loro tessuti e della maggiore aspettativa di vita di questo tipo di pazienti. Si devono altresì valutare i rischi rispetto ad altri possibili trattamenti (vedere paragrafi Dose, modo e tempo di somministrazione e “Dosimetria).

Pur non essendo controindicato, l’utilizzo di sodio ioduro (131 I) a scopi terapeutici nei bambini di età inferiore a 5 anni deve essere attentamente valutato.

Preparazione del paziente

I pazienti devono essere incoraggiati a incrementare l’assunzione orale di fluidi e a urinare il più spesso possibile, al fine di ridurre le radiazioni assorbite dalla vescica, in particolare a seguito di attività elevate, ad es. per il trattamento del carcinoma tiroideo. I pazienti con problemi di svuotamento della vescica devono essere cateterizzati dopo la somministrazione di attività elevate di radioiodio.

In caso di pazienti affetti da incontinenza è consigliabile procedere con la caterizzazione prima della somministrazione, allo scopo di prevenire una possibile contaminazione ambientale, degli operatori sanitari e del paziente.

Prima del trattamento deve essere evitato un eccesso di iodio stabile (vedere paragrafo Interazioni).
Prima della terapia con radioiodio, devono essere raccolti dati anamnestici relativi all’assunzione di iodio nei pazienti e, in caso di sospetto, occorre effettuare una misurazione dello iodio nelle urine.

Prima della terapia può essere eseguito un test per determinare la captazione massima e l’effetiva emivita tiroidea dello iodio radioattivo.

Una dieta povera di iodio prima della terapia favorisce l’assorbimento nel tessuto tiroideo sano.

La terapia ormonale sostitutiva con ormoni tiroidei deve essere sospesa prima della somministrazione di radioiodio per il carcinoma della tiroide, al fine di assicurare un assorbimento adeguato. Si raccomanda una sospensione del trattamento con triiodotironina per un periodo di 14 giorni e di 6

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settimane per il trattamento con tiroxina. La terapia sostitutiva con ormoni tiroidei può essere ripresa due giorni dopo il trattamento. Analogamente, il carbimazolo e il propiltiouracile devono essere sospesi una settimana prima del trattamento per ipertiroidismo e ripresi diversi giorni dopo.

Dopo il trattamento, il paziente deve essere inserito in un appropriato programma di monitoraggio a breve e lungo termine.

Il trattamento a base di radioiodio della malattia di Graves deve essere somministrato contemporaneamente al trattamento a base di corticosteroidi quando è presente un’oftalmopatia endocrina.

Al fine di evitare una scialoadenite, che può complicare la somministrazione di alte dosi di radioiodio, si può consigliare al paziente di assumere dolciumi o bevande contenenti acido citrico, che stimolano la secrezione di saliva.

Dopo la procedura

Evitare il contatto ravvicinato con lattanti e donne in stato di gravidanza.

INTERAZIONI

Informare il medico o il medico specialista in medicina nucleare se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.

È noto che molti agenti farmacologici interagiscono con il radioiodio. Tali interazioni possono essere dovute a vari meccanismi che influenzano i legami proteici, la farmacocinetica oppure gli effetti dinamici dello iodio marcato. Di conseguenza, è necessario considerare che la captazione tiroidea potrebbe essere ridotta. Risulta pertanto necessario acquisire un’anamnesi farmacologica completa e accertarsi se si deve procedere alla sospensione di determinati medicinali prima della somministrazione di sodio ioduro (131 I).

Ad esempio, è necessario interrompere l’assunzione delle seguenti sostanze:

* Nel caso dell’amiodarone, è possibile una riduzione nella captazione nella ghiandola tiroidea per svariati mesi a causa dell’emivita lunga di tale agente.

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AVVERTENZE SPECIALI

Gravidanza, Allattamento e Fertilità,

Chiedere consiglio al medico o al medico specialista in medicina nucleare prima di prendere qualsiasi medicinale.

Donne potenzialmente fertili

Quando è necessario somministrare medicinali radioattivi a donne potenzialmente fertili, si devono assumere sempre informazioni su una possibile gravidanza. Ove non sia provato il contrario, qualsiasi donna che abbia saltato un ciclo mestruale deve essere considerata in stato di gravidanza. In caso di dubbio riguardo ad una possibile gravidanza (se la donna ha saltato un ciclo mestruale, se il ciclo mestruale è molto irregolare, ecc.), devono essere proposte alla paziente tecniche alternative (se esistenti), che non utilizzino radiazioni ionizzanti.

Contraccezione negli uomini e nelle donne

Si raccomanda alle donne che assumono sodio ioduro (131 I) di NON iniziare una gravidanza per un periodo da 6 a 12 mesi dalla somministrazione. Agli uomini viene consigliato di non procreare per un periodo di tempo pari a 6 mesi dopo il trattamento con radioiodio per consentire la sostituzione degli spermatozoi irradiati con quelli non irradiati.

Gravidanza

La terapia con radioiodio durante la gravidanza a causa del passaggio transplacentare di sodio ioduro (131 I) che può causare ipotiroidismo grave e potenzialmente irreversibile nei neonati, è controindicata (la dose di questo agente assorbita dall’utero potrebbe variare dagli 11 ai 511 mGy e la tiroide fetale concentra avidamente lo iodio nel corso del secondo e terzo trimestre).

In caso di carcinoma differenziato della tiroide, diagnosticato durante la gravidanza, dopo la tiroidectomia seguita da una terapia ormonale sostitutiva TSH-soppressiva, la terapia con radioiodio deve essere rimandata al termine della gravidanza (vedere paragrafo Controindicazioni).

Allattamento

Prima di somministrare un radiofarmaco a una madre che allatta con latte materno, è necessario prendere in considerazione la possibilità di posticipare ragionevolmente l’esame fino all’interruzione dell’allattamento e stabilire se è stato scelto il radiofarmaco più appropriato, tenendo conto della secrezione di attività nel latte materno.

L’allattamento con latte materno dopo la somministrazione di sodio ioduro (131 I) deve essere interrotto.
Per ragioni di radioprotezione, si raccomanda di evitare il contatto stretto tra la madre e il bambino per un congruo periodo di tempo e in ottemperanza alla normativa vigente.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Informazioni importanti su alcuni eccipienti

Sodio 5,9 mg/ml. Questo deve essere tenuto in considerazione nei pazienti sottoposti ad una dieta a basso contenuto di sodio.

DOSE, MODO E TEMPO E DI SOMMINISTRAZIONE

Posologia

Uso terapeutico

L’attività somministrata dipende dal giudizio clinico. L’effetto terapeutico si ottiene soltanto dopo alcuni mesi.

Adulti

  • Per il trattamento dell’ipertiroidismo

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La dose richiesta dipende dal tipo di diagnosi, dalla dimensione della ghiandola, dall’accumulo di radioiodio da parte della tiroide e dalla sua clearance.

L’attività da somministrare ad un paziente del peso medio di 70 kg è di solito compresa nell’intervallo di 200-800 MBq. Può rendersi necessario valutare l’opportunità di ripetere il trattamento.

Quando possibile, i pazienti devono essere resi eutiroidei con terapia farmacologica prima di effettuare la terapia con radioiodio per l’ipertiroidismo.

L’attività da somministrare può essere definita mediante l’uso di protocolli a dose fissa o calcolata con la seguente equazione:

Attività (MBq) =

D(Gy) x V(mL)

x K

max. captazione iodio-131 (%) x effettivo t½ (d) dove:

D è la dose target assorbita nella ghiandola tiroidea,

V è il volume target della ghiandola tiroidea max. captazione iodio-131 è la massima captazione di iodio-131 nella ghiandola tiroidea espressa come % dell’attività somministrata come stabilito in un dose test. effettivo t½ (d) è l’emivita effettiva dello Iodio-131 nella ghiandola tiroidea espresso in giorni

K è uguale a 24,67.

Per la scelta dell’attività da somministrare è possibile far riferimento ai seguenti valori di dose target assorbita dall’organo bersaglio:

Nella malattia di Graves e nell’autonomia multifocale o disseminata, le dosi target precedentemente indicate sono correlate al peso complessivo della ghiandola tiroidea, mentre nell’autonomia unifocale la dose dell’organo bersaglio è correlata soltanto al peso del nodulo autonomo.

Per determinare la dose target appropriata dell’organo (Gy) è inoltre possibile usare altre procedure dosimetriche, inclusi i test di captazione tiroidea del sodio pertecnetato (99m Tc).

  • Per l’ablazione della tiroide e il trattamento delle metastasi

Le attività da somministrare dopo una tiroidectomia totale o subtotale al fine di asportare il tessuto tiroideo residuo sono nell’ordine di 1850-3700 MBq, in rapporto alla dimensione del residuo e alla captazione del radioiodio. Nel trattamento delle metastasi, l’attività da somministrare è generalmente compresa tra 3700 e 11100 MBq.

Compromissione renale/epatica

È necessario valutare attentamente l’attività da somministrare nei pazienti con compromissione renale, poiché in questi pazienti esiste un rischio di aumento di esposizione alle radiazioni (vedere paragrafo

Precauzioni per l’uso).

Popolazione pediatrica

L’utilizzo nei bambini e negli adolescenti deve essere attentamente considerato, sulla base delle necessità cliniche e della valutazione del rapporto rischio/beneficio in questo gruppo di pazienti.

Occorre tenere presente che l’attività da somministrare non deve scendere al di sotto di un livello tale da pregiudicare l’efficacia del trattamento.

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L’attività da somministrare a bambini e adolescenti deve essere una frazione della dose per adulti calcolata in base ai metodi di peso/superficie corporea secondo le seguenti equazioni:

Dose pediatrica (MBq) = Dose per l’adulto (MBq) x peso del bambino (kg)

70 (kg)

Dose pediatrica (MBq) = Dose per l’adulto (MBq) x superficie del bambino (m 2) 1,73 (m 2)

Di seguito vengono proposti i fattori di correzione da utilizzare come guida.

Frazione della dose per adulto (Paediatric Task Group, EANM)

Uso diagnostico

Adulti

Le attività raccomandate per un paziente adulto (70 kg) sono le seguenti:

  1. per gli studi sull’uptake tiroideo: 0,2 – 3,7 MBq
  2. successivamente all’ablazione della tiroide (per le metastasi ed i residui della tiroide): una dose massima di 400 MBq
  3. per immagini della tiroide: 7,4 – 11 MBq.

Popolazione pediatrica

L’utilizzo nella popolazione pediatrica deve essere giustificato e ottimizzato; occorre tenere presente che l’attività da somministrare non deve scendere al di sotto di un livello tale da pregiudicare la qualità dell’immagine

L’attività diagnostica da somministrare a un bambino di più di 10 anni e a un adolescente deve corrispondere a una frazione della dose per adulti calcolata con i metodi del peso corporeo o della superficie corporea usando le equazioni e i fattori di correzione forniti come linea guida e riportati sopra (vedi uso terapeutico).

Metodo di somministrazione

Per uso multidose.

Sodio ioduro (131 I) deve essere somministrato mediante iniezione endovenosa.

L’attività nella siringa deve essere misurata immediatamente prima della somministrazione.

Per la preparazione del paziente vedi paragrafo Precauzioni per l’uso.

Acquisizione delle immagini (a scopo diagnostico)

Le immagini vengono di solito acquisite a 4 ore e poi nuovamente a 18-24 ore (per la scintigrafia anche a 72 ore).

SOVRADOSAGGIO

Questo medicinale è inteso per l’uso da parte di personale competente e in ambienti ospedalieri.

Pertanto il rischio di sovradosaggio è solo teorico. I rischi sono legati alla somministrazione

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involontaria di dosi eccessive di radioattività. L’elevata esposizione alle radiazioni attraverso un sovradosaggio può essere ridotta mediante la somministrazione di agenti bloccanti la tiroide, quali potassio ioduro o potassio perclorato immediatamente al sospetto di sovraesposizione, l’uso di emetici e favorendo la diuresi con frequente eliminazione di urina.

In caso in ingestione/assunzione accidentale, avvertire immediatamente il medico o il medico specialista in medicina nucleare.

EFFETTI INDESIDERATI

Sono stati riportati alcuni casi di reazioni avverse in seguito alla somministrazione di sodio ioduro (131 I), compreso nausea, vomito ed eventualmente fenomeni allergici non specificati.

L’esposizione a radiazioni ionizzanti è correlata all’induzione di tumori e al potenziale sviluppo di difetti ereditari. Poichè la dose efficace equivalente in caso di somministrazione della massima radioattività raccomandata a scopo diagnostico di 3,7 MBq (assumendo un uptake tiroideo del 35%) è pari a 55,5 mSv, ci si aspetta che tali effetti indesiderati si verifichino con bassa probabilità. La dose di radiazioni risultante dall’esposizione terapeutica può provocare un aumento dell’incidenza di tumori e mutazioni. In ogni caso è necessario assicurarsi che i rischi connessi alle radiazioni siano inferiori a quelli della malattia stessa.

La dose efficace equivalente in caso di somministrazione della massima radioattività raccomandata a scopo terapeutico di 11.1 GBq (assumendo un uptake tiroideo dello 0%) è pari a 799,2 mSv.

Indicazioni diagnostiche

Possono manifestarsi i seguenti effetti indesiderati noti dovuti all’uso diagnostico di sodio ioduro (131 I): ipersensibilità, nausea, vomito e ipotiroidismo congenito se somministrato in pazienti in gravidanza.

Indicazioni terapeutiche

Le frequenze delle reazioni avverse segnalate sono state ricavate dalla letteratura medica. Il profilo di sicurezza di sodio ioduro (131 I) varia notevolmente a seconda delle dosi somministrate, mentre le dosi da somministrare dipendono dal tipo di trattamento (cioè, trattamento di malattie benigne o maligne).
Inoltre, il profilo di sicurezza dipende dalle dosi cumulative somministrate e dai regimi posologici impiegati. Pertanto, le reazioni avverse segnalate sono state raggruppate sulla base della loro comparsa nel trattamento delle malattie benigne o maligne.

Reazioni avverse che si manifestano frequentemente sono: ipotiroidismo, ipertiroidismo transitorio, disturbi delle ghiandole salivari e lacrimali ed effetti locali delle radiazioni. Nel trattamento del cancro possono manifestarsi spesso anche reazioni avverse gastrointestinali e soppressione midollare.

Le seguenti tabelle illustrano le reazioni avverse segnalate, ordinate per sistemi e organi. I sintomi, che sono piuttosto secondari a un gruppo/sindrome (ad es. la cheratocongiuntivite secca) sono inseriti tra parentesi dopo la rispettiva sindrome.

La seguente tabella presenta il significato delle frequenze indicate in questo paragrafo:

Reazioni avverse dopo il trattamento di malattie benigne:

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Reazioni avverse dopo il trattamento di malattie maligne:

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Descrizione dettagliata degli effetti indesiderati:

Disturbi della tiroide e delle paratiroidi

Come conseguenza tardiva del trattamento dell’ipertiroidismo con radioiodio, in alcuni casi può comparire un ipotiroidismo dose-dipendente.

Tale patologia può manifestarsi settimane o anni dopo il trattamento, pertanto richiede un monitoraggio intervallato adeguato della funzione tiroidea e una terapia sostitutiva tiroidea appropriata. Generalmente, l’ipotiroidismo non si manifesta fino a 6-12 settimane dopo la somministrazione di sodio ioduro I-131.

Nel trattamento delle malattie maligne, l’ipotiroidismo è stato spesso segnalato come reazione avversa, e tuttavia il trattamento con radioiodio nelle malattie maligne segue solitamente la tiroidectomia.

La distruzione dei follicoli tiroidei causata dall’esposizione alle radiazioni di sodio ioduro (131 I) può aggravare l’eventuale ipertiroidismo pre-esistente entro 2-10 giorni, o causare una crisi tireotossica.
Occasionalmente, potrebbe svilupparsi ipertiroidismo immune dopo la normalizzazione iniziale (periodo di latenza 2-10 mesi). Nel trattamento con radioiodio a dosi elevate, il paziente potrebbe manifestare tiroidite e tracheite a carattere infiammatorio transitorio 1-3 giorni dopo la somministrazione, con possibile costrizione tracheale grave, in particolare quando vi è una tracheostenosi pre-esistente.

In casi rari, dopo il trattamento di un carcinoma tiroideo funzionale potrebbe emergere un ipertiroidismo temporaneo.

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Dopo la somministrazione di radioiodio sono stati osservati casi di ipoparatiroidismo transitorio, che devono essere monitorati di conseguenza e trattati con una terapia sostitutiva tiroidea.

Patologie dell’occhio

Dopo il trattamento con radioiodio dell’ipertiroidismo o della malattia di Graves, si potrebbe avere il progresso di un’oftalmopatia endocrina pre-esistente o l’esordio di una nuova oftalmopatia. Il trattamento con radioiodio nella malattia di Graves deve essere associato ai corticosteroidi.

Effetti locali dell’irradiazione

Dopo la somministrazione di sodio ioduro (131 I) sono state segnalate disfunzione e paralisi delle corde vocali. Tuttavia, in alcuni casi è impossibile stabilire se la disfunzione delle corde vocali sia stata provocata dalle radiazioni o dal trattamento chirurgico.

Una captazione tissutale elevata di radioiodio può essere associata a dolore, disagio ed edema locale.

Nel trattamento con radioiodio del residuo tiroideo, ad esempio, potrebbe insorgere nella regione della testa e del collo un dolore diffuso grave dei tessuti molli.

Polmonite e fibrosi polmonare da radiazioni sono state osservate in pazienti con metastasi polmonari diffuse derivanti da carcinomi tiroidei differenziati, a causa della distruzione del tessuto metastatico.

Ciò si verifica soprattutto con dosaggi elevati di terapia con radioiodio.

Nel trattamento dei carcinomi tiroidei metastatizzanti con coinvolgimento del SNC, è inoltre necessario tenere conto della possibilità di edema cerebrale locale e/o aumento dell’edema cerebrale stesso.

Patologie delle ghiandole salivari e lacrimali

Potrebbero verificarsi scialoadenite, con gonfiore e dolore delle ghiandole salivari, nonché perdita parziale del gusto e secchezza delle fauci. La scialoadenite è solitamente reversibile spontaneamente o con un trattamento antinfiammatorio, ma sono stati saltuariamente descritti casi di ageusia e secchezza delle fauci persistenti e dose-dipendenti. La mancanza di saliva può portare a infezioni, ad es. carie, e comportare la perdita di denti. Per la prevenzione dei disturbi salivari, vedere paragrafo Precauzioni per l’uso.

Anche una disfunzione delle ghiandole salivari e/o lacrimali con conseguente cheratocongiuntivite secca può comparire con un ritardo di svariati mesi e fino a due anni dopo la terapia con radioiodio.
Sebbene la cheratocongiuntivite secca sia un effetto transitorio nella maggior parte dei casi, il sintomo può persistere per anni in alcuni pazienti.

Depressione midollare

Come conseguenza tardiva potrebbe svilupparsi una depressione midollare reversibile che si presenta con trombocitopenia isolata o eritrocitopenia eventualmente mortale. È più probabile che la depressione midollare si presenti dopo un’unica somministrazione di oltre 5.000 MBq oppure dopo la somministrazione ripetuta a intervalli inferiori ai 6 mesi.

Malignità secondarie

Dopo l’uso delle attività più elevate, generalmente quelle impiegate nel trattamento delle malignità tiroidee, è stato rilevato un aumento nell’incidenza della leucemia. Esistono anche evidenze di aumenti nell’incidenza dei tumori solidi, dopo attività elevate (superiori a 7,4 GBq).

Compromissione della fertilità

Dopo la terapia con radioiodio del carcinoma tiroideo, sia negli uomini, sia nelle donne, potrebbe verificarsi una compromissione transitoria dose-dipendente della fertilità. In base alla dose dell’attività, può manifestarsi una compromissione reversibile della spermatogenesi in dosi superiori a 1850 MBq; effetti clinicamente rilevanti, inclusi oligospermia e azoospermia oltre a livelli sierici di

FSH elevati sono stati descritti dopo somministrazione superiore a 3700 MBq.

Consigli generali

L’esposizione alle radiazioni ionizzanti è correlata all’induzione di tumori e potenzialmente allo sviluppo di difetti ereditari. La dose di radiazioni risultante dall’esposizione terapeutica potrebbe aumentare l’incidenza di cancro e mutazioni. In ogni caso, è necessario assicurare che i rischi delle

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radiazioni siano inferiori a quelli della patologia in sé. La dose di radiazione somministrata (EDE)

dopo dosi terapeutiche di sodio ioduro I-131 è superiore a 20 mSv.

Popolazione pediatrica

Si prevede che le reazioni avverse nei bambini siano siano analoghe a quelle degli adulti. Vista la maggiore sensibilità alle radiazioni dei tessuti dei bambini (vedere paragrafo “Dosimetria”) e l’aspettativa di vita superiore di questi ultimi, la frequenza e la gravità potrebbero essere diverse.

Segnalazione degli effetti indesiderati

Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio rivolgersi al medico o al farmacista. Gli effetti indesiderati possono, inoltre, essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili”. La segnalazione degli effetti indesiderati contribuisce a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

SCADENZA E CONSERVAZIONE

39 giorni dalla data e ora della fine della produzione e 31 giorni dalla data e ora di calibrazione riportata in etichetta.

Non conservare a temperatura superiore ai 25 ° C. Non congelare.

Dopo l’apertura conservare in frigorifero (2°C – 8°C) ed utilizzare entro 8 ore.

Conservare nel contenitore in piombo originale.

Scadenza: vedere la data di scadenza riportata sulla confezione.

La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro correttamente conservato.

La conservazione dei radiofarmaci deve avvenire nel rispetto delle disposizioni nazionali sui medicinali radioattivi.

COMPOSIZIONE

Sodio Ioduro (131 I) GE Healthcare 74 MBq/ml soluzione iniettabile

1 mL di soluzione iniettabile contiene:

Principio attivo:

Sodio ioduro (131 I) 74 MBq alla data e ora di calibrazione

Sodio Ioduro (131 I) GE Healthcare 925 MBq/ml soluzione iniettabile

1 mL di soluzione iniettabile contiene:

Principio attivo:

Sodio ioduro (131 I) 925 MBq alla data e ora di calibrazione

L’attività specifica del sodio ioduro (131 I) non è minore di 222 GBq/mg di iodio alla data e ora di calibrazione.

Lo iodio-131 è prodotto per fissione dell’uranio-235 o tramite il bombardamento con neutroni di tellurio stabile in un reattore nucleare. Lo iodio-131 ha un’emivita di 8,02 giorni e decade a Xenon-131 stabile con l’emissione di radiazioni gamma di 365 KeV (81,7%), 637 KeV (7,2%) e 284 KeV (6,1%) e di radiazioni beta di energia massima di 606 KeV.

Eccipienti

Sodio tiosolfato pentaidrato

Disodio idrogeno fosfato dodecaidrato

Sodio diidrogenofosfato diidrato

Sodio Idrossido

Sodio Cloruro

Acqua per preparazioni iniettabili

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FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO

Soluzione iniettabile.

Soluzione limpida ed incolore.

Flaconcino multidose da 10 ml di vetro incolore (tipo I), chiuso con tappo di gomma butilica rivestita in PTFE e sigillato con ghiera in alluminio.

Ciascun flaconcino è confezionato all’interno di un contenitore schermante di piombo e sistemato all’interno di una latta metallica sigillata.

SODIO IODURO (131 I) GE HEALTHCARE 74 MBq/mL SOLUZIONE INIETTABILE

Ogni flaconcino multidose contiene da 0,5 a 10 mL.

SODIO IODURO (131 I) GE HEALTHCARE 925 MBq/mL SOLUZIONE INIETTABILE

Ogni flaconcino multidose contiene da 1,0 a 10 mL.

TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO

GE Healthcare S.r.l.

Via Galeno, 36 20126 Milano

Italia

PRODUTTORE RESPONSABILE DEL RILASCIO DEI LOTTI

GE Healthcare Buchler GmbH & Co. KG

Gieselweg 1

D-38110 Braunschweig

Germania

DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE

REVISIONE DEL FOGLIO ILLUSTRATIVO DA PARTE DELL’AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

LE INFORMAZIONI SEGUENTI SONO DESTINATE ESCLUSIVAMENTE AGLI OPERATORI SANITARI

Istruzioni per l’uso

Soluzione iniettabile pronta per l’uso in flaconcino multidose.

Il prelievo di ciascuna dose dal flaconcino deve avvenire in condizioni di asepsi e la decontaminazione microbica del tappo di gomma deve essere garantita mediante uso di un disinfettante adatto prima del prelievo della dose.

Come per tutti i medicinali, se in qualsiasi fase della preparazione del prodotto l’integrità del flaconcino appare compromessa, questo non deve essere utilizzato.

Adeguate precauzioni di sicurezza per la manipolazione di materiali radioattivi devono essere osservate in aggiunta all’uso delle tecniche di asepsi per mantenere la sterilità del contenuto dei flaconcini.

Incompatibilità

In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.

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Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione

Soluzione iniettabile.

Avvertenze generali

I radiofarmaci devono essere ricevuti, usati e somministrati solo da personale autorizzato in strutture sanitarie appositamente designate. Il ricevimento, la conservazione, l’uso, il trasferimento e lo smaltimento devono essere eseguiti in conformità alla normativa e/o alle appropriate autorizzazioni delle Autorità competenti locali.

I radiofarmaci devono essere preparati in modo da soddisfare sia le norme di radioprotezione, sia i requisiti di qualità farmaceutica. Si devono adottare adeguate precauzioni di asepsi.

Le istruzioni per la preparazione di questo radiofarmaco, prima della somministrazione, sono riportate nel paragrafo Istruzioni per l’uso.

Se in qualsiasi momento nella preparazione del prodotto l’integrità del flaconcino risulta compromessa, il prodotto non deve essere utilizzato.

La somministrazione deve essere effettuata in modo da minimizzare il rischio di contaminazione del medicinale e l’esposizione dell’operatore alle radiazioni. È obbligatoria una schermatura adeguata.

La somministrazione di radiofarmaci comporta rischi per le persone a contatto con il paziente a causa dell’irradiazione esterna o della contaminazione da versamento di urine, vomito, ecc. Devono essere pertanto adottate le opportune misure di protezione in conformità alla normativa nazionale.

Questa preparazione potrebbe dare origine a dosi di radiazioni relativamente elevate per la maggior parte dei pazienti (vedere paragrafi Effetti indesiderati e “Dosimetria).

La somministrazione di dosi elevate di radioiodio può comportare rischi significativi per l’ambiente.
Questo potrebbe interessare i familiari dei soggetti sottoposti al trattamento o il pubblico in generale, a seconda del livello di radioattività somministrata.

Si dovranno prendere le dovute precauzioni riguardo alla radioattività eliminata dai pazienti al fine di evitare contaminazioni.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

DOSIMETRIA

Di seguito è riportata la dosimetria delle radiazioni in forma tabulata come indicato nella pubblicazione ICRP n. 53 (International Commission on Radiological Protection, Radiation Dose to Patients from Radiopharmaceuticals, Pergamon Press 1987).

Uso diagnostico

La dose efficace equivalente derivante dalla somministrazione di un’attività di 400 MBq è tipicamente compresa tra 28,8 mSv (0% di uptake tiroideo) e 9600 mSv (55% di uptake tiroideo).

In circostanze simili la dose per la tiroide varia da 11,6 a 316000 mGy e la dose per la parete della vescica da 244 mGy a 116 mGy.

I dati riportati si riferiscono a:

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La dose di radiazione agli organi specifici, che possono non essere l’organo target della terapia, può essere influenzata in modo significativo dalle variazioni fisiopatologiche indotte dalla malattia.

Per la valutazione rischio/beneficio, è consigliabile che prima della somministrazione si proceda al calcolo delle dosi efficaci e di possibili radiazioni dirette verso l’organo o gli organi bersaglio. L’attività può quindi essere regolata in base alla massa tiroidea, all’emivita biologica e al fattore di “ricircolo” che tiene in considerazione lo stato fisiologico del paziente (compresa la deplezione dello iodio) e la patologia sottostante.

L’esposizione alle radiazioni influisce principalmente sulla tiroide. L’esposizione alle radiazioni degli altri organi rientra in un intervallo che è migliaia di volte inferiore a quello della tiroide. Essa dipende dall’apporto alimentare di iodio (la captazione di iodio radioattivo nelle regioni carenti di iodio risulta aumentato fino al 90%, e diminuito nelle aree ricche di iodio fino al 5%). Dipende inoltre dalla funzione tiroidea (eutiroidismo, ipertiroidismo o ipotiroidismo) e dalla presenza nell’organismo di tessuti che accumulano iodio (ad es. lo stato che segue la tiroidectomia, la presenza di metastasi che accumulano iodio e il blocco tiroideo). L’esposizione alle radiazioni di tutti gli altri organi è superiore o inferiore in misura corrispondente a seconda del livello di accumulo nella tiroide.

Esposizione alle radiazioni (tiroide bloccata, uptake 0 %)

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Blocco incompleto

Dose efficace equivalente (mSv/MBq) con basso uptake tiroideo

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Esposizione alle radiazioni (uptake tiroideo: 15 %)

Esposizione alle radiazioni (uptake tiroideo: 35 %)

Esposizione alle radiazioni (uptake tiroideo: 55 %)