IOBENGUANO [131 I] GE HEALTHCARE T

Home / IOBENGUANO [131 I] GE HEALTHCARE T

FOGLIO ILLUSTRATIVO

Elenco capitoli

  1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
  2. CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
  3. INDICAZIONI TERAPEUTICHE
  4. CONTROINDICAZIONI
  5. PRECAUZIONI PER L’ USO
    1. Popolazione pediatrica
    2. Gravidanza e Allattamento).
    3. Avvertenze generali
  6. INTERAZIONI
  7. AVVERTENZE SPECIALI
    1. Fertilità, Gravidanza e Allattamento
    2. Gravidanza
    3. Controindicazioni).
    4. Allattamento
    5. Controindicazioni).
    6. Fertilità
    7. Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
    8. Informazioni importanti su alcuni eccipienti
    9. Avvertenze specifiche
    10. DOSE, MODO E TEMPO E DI SOMMINISTRAZIONE
    11. Posologia
    12. Adulti:
    13. Popolazione pediatrica:
    14. Pazienti anziani:
    15. Modo di somministrazione:
  8. SOVRADOSAGGIO
  9. EFFETTI INDESIDERATI
  10. SCADENZA E CONSERVAZIONE
  11. COMPOSIZIONE

DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE

Iobenguano (131 I) GE Healthcare T 185 MBq/ml concentrato per soluzione per infusione per uso terapeutico

Iobenguano (131 I) GE Healthcare T 246,7 MBq/ml concentrato per soluzione per infusione per uso terapeutico

Iobenguano (131 I) GE Healthcare T 493,3 MBq/ml concentrato per soluzione per infusione per uso terapeutico

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Radiofarmaceutici terapeutici, composti iodati (131 I) codice ATC: V10XA02

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

Radioterapia di tessuti tumorali in grado di trattenere la meta-iodobenzilguanidina.

Si tratta di tumori che originano da cellule embriologicamente derivanti dalla cresta neurale: feocromocitomi, neuroblastomi, carcinoidi e carcinomi midollari della ghiandola tiroide (CMT).

CONTROINDICAZIONI

  • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
  • Gravidanza
  • Allattamento
  • Questo medicinale contiene alcool benzilico: 10 mg/ml. Pertanto è controindicato nei neonati prematuri o nei neonati.

PRECAUZIONI PER L’ USO

Giustificazione del rapporto rischio/beneficio individuale

Per ciascun paziente, l’esposizione a radiazioni ionizzanti deve essere giustificata sulla base del possibile beneficio. L’attività somministrata deve essere in ogni caso la più bassa ragionevolmente raggiungibile per ottenere l’effetto terapeutico richiesto.

La radioterapia con iobenguano (131 I) dovrebbe essere considerata dai medici solo nel caso che altri tipi di trattamento/terapia non abbiano prodotto i risultati desiderati.

In pazienti con ridotta funzionalità renale è richiesta una attenta valutazione dell’indicazione, poiché in questi pazienti è possibile un aumento dell’esposizione alle radiazioni.

Popolazione pediatrica

Popolazione pediatrica: vedere paragrafo Dose, modo e tempo di somministrazione.

Nei bambini, le principali reazioni avverse sono trombocitopenia o soppressione del midollo osseo, maggiormente se si verifica infiltrazione tumorale nel midollo osseo.

Preparazione del paziente:

I pazienti devono essere ben idratati prima di iniziare l’esame e invitati a vuotare la vescica il più spesso possibile durante le prime ore successive alla somministrazione del radiofarmaco al fine di ridurre la dose di radiazioni assorbita.

Medicinali che possono interferire con l’uptake e la ritenzione dello iobenguano (131 I)

devono essere interrotti prima del trattamento (vedere paragrafo Interazioni).

Diversi farmaci utilizzati nel trattamento dell’ipertensione e in psichiatria interagiscono con lo iobenguano (131 I). Perciò, l’uso concomitante può interferire con l’uptake e la ritenzione dello iobenguano (131 I) e di conseguenza influenzare la dose di radioattività somministrata sia al tessuto normale che al tessuto neoplastico. La somministrazione di tali farmaci deve essere interrotta prima del trattamento (di solito per cinque emivite biologiche, vedere paragrafo Interazioni).

Il blocco della tiroide viene iniziato 24-48 ore prima della somministrazione dello iobenguano (131 I) e continuato per almeno 5 giorni. Il blocco mediante potassio perclorato viene ottenuto attraverso la somministrazione di circa 400 mg/die. Il blocco mediante potassio ioduro, potassio iodato o soluzione di Lugol deve essere effettuato con una dose equivalente a 100 mg di iodio/die.

In caso di inibizione tiroidea mediante perclorato di potassio occorre tenere conto dei rischi connessi a tale pratica quali l’anemia aplastica.

I pazienti devono essere ben idratati almeno per le prime 24 ore successive alle somministrazione.

Se si verificano reazioni di ipersensibilità o anafilattiche, la somministrazione del medicinale deve essere sospesa immediatamente e, se necessario, deve essere istituito un trattamento endovenoso. Per assicurare un immediato intervento di emergenza, devono essere prontamente disponibili i medicinali e le apparecchiature necessari, ad esempio tubo endotracheale e respiratore.

I conteggi ematici devono essere monitorati ogni 2 giorni nel corso della prima settimana ed in seguito una volta alla settimana nel corso del mese successivo all’ultima somministrazione.

È consigliabile ma non obbligatorio eseguire una scintigrafia corporea completa per circa 1 settimana dalla somministrazione al fine di valutare la biodistribuzione della sostanza e determinare quantitativamente l’uptake da parte dei focolai tumorali.

Possono essere presi in considerazione trattamenti ripetuti ad intervalli di 6-8 mesi.

Sono state segnalate dosi cumulative fino a 29,6 GBq; il fattore limitante è rappresentato dalla tossicità per il midollo osseo.

Quando viene programmata la somministrazione terapeutica per il feocromocitoma, deve essere posta attenzione alle possibili interferenze tra la terapia per il controllo dell’ipertensione e l’uptake di iobenguano (131 I) (vedere paragrafo Interazioni). Una terapia incompatibile deve essere interrotta almeno 2 settimane prima della somministrazione terapeutica programmata. Se necessario, il propanololo può invece essere utilizzato.

La terapia con iobenguano (131 I) deve essere considerata solo per quei pazienti per i quali è possibile il trapianto di midollo osseo autologo (con cellule tumorali scarse o assenti).

Gli effetti tossici sul midollo osseo (trombocitopenia) devono essere monitorati attentamente e frequentemente.

I tessuti normali adiacenti ai tessuti tumorali irradiati possono diventare danneggiati (ad es. disfunzione delle gonadi in pazienti con metastasi pelviche).

Tossicità aggiuntiva può insorgere in pazienti sottoposti a chemioterapia (ad es. fibrosi polmonare, ipogonadismo ipergonadotropico).

I bambini trattati con iobenguano (131 I) sono a rischio di sviluppare la perdita irreversibile della funzionalità della tiroide, ritardo della crescita e ipogonadismo ipergonadotropico.

Durante il follow up di questi pazienti è pertanto raccomandato di prestare particolare attenzione al loro stato endocrino.

È possibile si renda necessario modificare adeguatamente le dosi per i pazienti che sono stati sottoposti prima del trattamento a somministrazione di farmaci citostatici (ad es. composti a base di cisplatino) con conseguente riduzione della funzione renale.

Prima della somministrazione, assicurarsi che i trattamenti di emergenza contro l’ipertensione cardiaca siano prontamente disponibili. L’uptake dello iobenguano nei granuli cromaffini può, sebbene raramente, provocare una rapida secrezione di noradrenalina che, a sua volta, può determinare una crisi ipertensiva, nonostante si ritenga che la probabilità che ciò si verifichi sia estremamente bassa. Questo rende necessario il monitoraggio costante del paziente durante la somministrazione. Iobenguano (131 I) deve essere somministrato per infusione endovenosa lenta della durata di 1-4 ore.

La soppressione del midollo osseo può verificarsi a seguito della somministrazione di una dose terapeutica nei pazienti in cui la valutazione diagnostica ha evidenziato un diffuso assorbimento dello iobenguano (131 I) nel midollo osseo.

Adeguate precauzioni devono essere prese riguardo l’attività eliminata dai pazienti in modo da evitare qualsiasi contaminazione.

Per ragioni di radioprotezione, a seguito della somministrazione di dosi terapeutiche, si raccomanda di evitare il contatto stretto tra la madre e il bambino per almeno una settimana.

Le donne che assumono iobenguano (131 I) devono essere avvisate di non iniziare una gravidanza per almeno 6-12 mesi dalla somministrazione (vedere paragrafo Fertilità,

Gravidanza e Allattamento).

La dose di radiazioni risultante dall’esposizione ad un trattamento terapeutico può comportare un aumento dell’incidenza di cancro e mutazioni. In tutti i casi è necessario assicurare che il rischio della dose di radiazioni sia minore di quello della patologia stessa.

Avvertenze generali

I prodotti radiofarmaceutici devono essere ricevuti, manipolati e somministrati solo da personale autorizzato in ambienti clinici designati. Ricezione, conservazione, manipolazione, trasferimento e smaltimento di questi prodotti sono sottoposti alle normative e/o alle adeguate autorizzazioni emesse dalle autorità competenti.

I radiofarmaci destinati alla somministrazione ai pazienti devono essere preparati secondo modalità che soddisfano i requisiti sia in materia di sicurezza radiologica che di qualità farmaceutica. Devono essere adottate appropriate precauzioni di asepsi.

INTERAZIONI

Informare il medico o il medico specialista in medicina nucleare se si è assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.

È stato accertato o si presume che i seguenti farmaci possano prolungare o ridurre l’uptake di iobenguano da parte dei tumori della cresta neurale.

E’ segnalato che la nifedipina (un calcio-antagonista) prolunga la ritenzione di iobenguano.

È stata osservata una diminuzione dell’uptake durante regimi terapeutici che hanno comportato la somministrazione di:

  • Farmaci antiipertensivi quali reserpina, labetalolo, calcio-antagonisti (diltiazem, nifedipina, verapamil);
  • Agenti simpaticomimetici diretti ed indiretti (ad esempio presenti in decongestionanti nasali quali fenilefrina, efedrina o fenilpropanolamina);
  • Stimolanti del sistema nervoso centrale come cocaina;
  • Antipsicotici come fenotiazine;
  • Antidepressivi triciclici quali amitriptilina e derivati, imipramina e derivati, doxepina, amoxepina e loxapina.

Si ritiene che i seguenti farmaci inibiscano l’uptake di iobenguano, sebbene ciò non sia stato ancora dimostrato:

  • Antiipertensivi che agiscono attraverso un blocco dei neuroni adrenergici (betanidina, debrisoquina, bretilio e guanetidina);
  • Farmaci bloccanti i recettori alfa;
  • Antidepressivi quali maprotilina e trazolone;
  • Sedativi antistaminici e analgesici oppioidi.

La somministrazione di questi farmaci deve essere interrotta prima del trattamento (di solito per cinque emivite biologiche).

Particolare attenzione deve essere posta nella scelta di antiemetici che vengono spesso somministrati al fine di ridurre la nausea che generalmente accompagna la somministrazione di iobenguano in dosi terapeutiche. Gli antiemetici antagonisti dei recettori dopamina/serotonina non interferiscono con l’uptake di iobenguano alle concentrazioni utilizzate nella pratica clinica.

AVVERTENZE SPECIALI

Fertilità, Gravidanza e Allattamento

Chiedere consiglio al medico o al medico specialista in medicina nucleare prima di prendere qualsiasi medicinale.

Donne potenzialmente fertili

Quando è necessario somministrare medicinali radioattivi a donne potenzialmente fertili, si devono assumere sempre informazioni su una possibile gravidanza. Ove non sia provato il contrario, qualsiasi donna che abbia saltato un ciclo mestruale deve essere considerata in stato di gravidanza. In caso di dubbi riguardo ad una possibile gravidanza (se la donna ha saltato un ciclo mestruale, se il ciclo mestruale è molto irregolare, ecc.), devono essere proposte alla paziente tecniche alternative che non utilizzino radiazioni ionizzanti.

Contraccezione negli uomini e nelle donne

Le donne che assumono iobenguano (131 I) devono essere avvisate di NON iniziare una gravidanza per un periodo di 6-12 mesi dalla somministrazione. Devono pertanto essere adottate adeguate misure contraccettive.

Gravidanza

Il medicinale è controindicato nelle donne in stato di gravidanza (vedere paragrafo

Controin
icazioni
).

Allattamento

Il medicinale è controindicato durante l’allattamento al seno (vedere paragrafo

Controindicazioni).

Fertilità

Non sono stati condotti studi sulla tossicità riproduttiva negli animali.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Informazioni importanti su alcuni eccipienti

Avvertenze specifiche

Questo medicinale contiene:

  • Alcool benzilico 10 mg/ml. L’alcool benzilico può causare reazioni tossiche e reazioni anafilattiche in lattanti e in bambini fino a 3 anni di età.
  • Sodio: 0,154 mmol (3,54 mg) di sodio per ml. Dosi che contengono meno di 1 mmole (23 mg) di sodio sono da considerarsi essenzialmente prive di sodio.
  • A seconda del momento della somministrazione, la quantità di sodio potrebbe in alcuni casi essere superiore a 1 mmol, in relazione al volume somministrato al paziente. Occorre perciò tenerne conto se il paziente segue una dieta povera di sodio.

DOSE, MODO E TEMPO E DI SOMMINISTRAZIONE

Posologia

Adulti:

La dose terapeutica con una determinata quantità di iobenguano (131 I) è valutata individualmente sulla base di uno studio di dosimetria. La quantità della dose e l’intervallo/gli intervalli tra le possibili somministrazioni multiple sono determinati principalmente dalla radiotossicità ematologica e dal tipo di tumore. Maggiore è la rapidità di progressione del tumore, minore è l’intervallo.

La dose terapeutica fissata è compresa tra 3,7 e 7,4 GBq.

Popolazione pediatrica:

Le dosi raccomandate sono uguali per i bambini e per gli adulti.

L’uso di questo medicinale è controindicato nei neonati prematuri e nei neonati (vedere paragrafo Controindicazioni).

Pazienti anziani:

Non è richiesto un particolare schema di dosaggio per i pazienti anziani.

Modo di somministrazione:

La attività terapeutica deve essere somministrata per via endovenosa, generalmente sotto forma di infusione lenta per un periodo di 1-4 ore.

Il margine di sicurezza tra le quantità somministrate di iobenguano (in particolare per dosi terapeutiche) e il livello a cui si possono verificare effetti secondari indesiderati non è molto ampio, pertanto i pazienti devono essere mantenuti sotto attenta sorveglianza durante e per almeno alcune ore dopo l’infusione del farmaco.

Per la preparazione del paziente vedere paragrafo Precauzioni per l’uso.

Le istruzioni per la preparazione dei radiofarmaci sono fornite nel paragrafo Istruzioni per l’uso.

SOVRADOSAGGIO

L’effetto di un sovradosaggio di iobenguano è dovuto al rilascio di adrenalina. Tale effetto è di breve durata e richiede misure di supporto terapeutico volte a ridurre la pressione sanguigna rappresentate dall’immediata iniezione di un agente bloccante alfa-adrenergico ad azione rapida (fentolamina) seguito da un beta-bloccante (propranololo).

Poiché la via principale di eliminazione è quella renale, il mantenimento del più elevato flusso urinario possibile è essenziale per ridurre l’influenza delle radiazioni.

Nel caso si somministri un sovradosaggio di radiazioni con iobenguano (131 I) la dose assorbita dal paziente deve essere ridotta, ove possibile, aumentando l’eliminazione del radionuclide dall’organismo mediante diuresi forzata e frequente svuotamento della vescica. Può essere utile stimare la dose effettiva che è stata somministrata.

EFFETTI INDESIDERATI

Come tutti i medicinali Iobenguano (131 I) GE Healthcare T può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.

La tabella seguente riporta gli effetti indesiderati in accordo con la classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA.

Le frequenze sono definite come segue: molto comune ≥ 1/10; comune da ≥ 1/100 a < 1/10; non comune da ≥ 1/1.000 a < 1/100, raro da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000; molto raro < 1/10.000; frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

L’esposizione a radiazioni ionizzanti è correlata all’induzione di cancro ed alla potenziale insorgenza di difetti ereditari. La dose di radiazioni derivante dall’esposizione terapeutica può determinare un aumento dell’incidenza di cancro e di mutazioni quali leucemia e tumori solidi secondari. In tutti i casi è necessario garantire che i rischi delle radiazioni siano inferiori a quelli della malattia stessa.

Gli effetti attesi che si possono verificare a seguito della somministrazione di iobenguano (131 I) a scopo terapeutico sono:

  • nausea o vomito si verificano in generale entro le prime 24 ore dalla somministrazione. Per quanto riguarda la terapia antiemetica, vedere paragrafo Interazioni;
  • mielosoppressione e successivamente trombocitopenia.

In generale non è possibile differenziare tra reazioni avverse quali risultato di una comparsa precoce di effetti radiotossici, reazioni dovute alla somministrazione di iobenguano o reazioni derivanti dall’infusione di un notevole volume di fluidi in pazienti che sono già stati sottoposti a infusione con sostanze citostatiche che provocano reazioni avverse simili.

Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati. Se uno qualsiasi degli effetti indesiderati peggiora, o se nota la comparsa di un qualsiasi effetto indesiderato non elencato in questo foglio illustrativo, informi il medico o il medico specialista in medicina nucleare.

SCADENZA E CONSERVAZIONE

Il periodo di validità è di 3 giorni dalla data di produzione e di 2 giorni dalla data e ora di calibrazione riportata in etichetta.

Diluizione: da utilizzare entro 4 ore dalla diluizione. Ogni eventuale residuo deve essere eliminato.

La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.

Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza riportata sulla confezione.

Il medicinale è consegnato congelato in ghiaccio secco. Conservare nel contenitore originale in piombo. Il medicinale deve essere conservato al riparo dalla luce.

Il medicinale deve essere conservato in ghiaccio secco (anidride carbonica solida) fino a circa un’ora prima dell’uso. Il flaconcino contenuto all’interno del suo contenitore protettivo in piombo deve essere scongelato circa 1 ora prima della somministrazione a temperatura ambiente o ponendolo in un bagno termostatico ad una temperatura non superiore ai 50°C. Il prodotto scongelato deve essere immediatamente diluito e utilizzato entro 4 ore.

Non ricongelare.

Ogni eventuale residuo deve essere eliminato.

I radiofarmaci devono essere conservati in conformità con le normative nazionali relative ai prodotti radioattivi.

Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.

COMPOSIZIONE

Iobenguano (131 I) GE Healthcare T 185 MBq/ml

Iobenguano (131 I) GE Healthcare T 246,7 MBq/ml

Iobenguano (131 I) GE Healthcare T 493,3 MBq/ml

1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene rispettivamente:

Principio attivo: