DARDUM

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FOGLIO ILLUSTRATIVO

DARDUM 1000 mg/3 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare

Cefoperazone (sodico)

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Elenco capitoli

  1. Categoria farmacoterapeutica
  2. Indicazioni terapeutiche
  3. Controindicazioni
  4. Precauzioni per l’uso
  5. Interazioni
    1. Alcolici
    2. Interazioni con i test di laboratorio
  6. Avvertenze speciali
    1. Gravidanza e allattamento
  7. Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
    1. Dose, modo e tempo di somministrazione
    2. Adulti:
    3. Bambini:
  8. Sovradosaggio
  9. Effetti indesiderati
    1. Disturbi gastrointestinali: è stata segnalata una modificazione dell’alvo (feci molli o diarrea).
    2. Disturbi del sistema immunitario: reazione allergica, reazione anafilattoide (incluso lo shock).
    3. Disturbi epatobiliari: ittero
    4. Disturbi gastrointestinali: colite pseudomembranosa, vomito.
    5. Disturbi del sistema ematico e linfatico: emorragia (non altrimenti specificata), trombocitopenia.
  10. Scadenza e conservazione
  11. Composizione
  12. Forma farmaceutica e contenuto

Categoria farmacoterapeutica

Antibatterici per uso sistemico – Altri antibatterici Beta-lattamici – Cefalosporine di terza generazione.

Indicazioni terapeutiche

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da

Gram-negativi difficili o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici.

In particolare, DARDUM ®, trova indicazione nelle suddette infezioni in pazienti defedati e/o immunodepressi in infezioni gravi da germi Gram-negativi non sensibili ad altre cefalosporine già introdotte in terapia (Pseudomonas, Serratia, Enterobacter, Citrobacter).

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo, alle altre cefalosporine e alla lidocaina per le preparazioni che la contengono.

Precauzioni per l’uso

Ipersensibilità

Reazioni di ipersensibilità (anafilattiche) gravi e talvolta letali sono state riferite in pazienti in terapia con antibiotici betalattamici o cefalosporine. Tali reazioni si verificano più frequentemente in individui con anamnesi di reazioni di ipersensibilità a diversi allergeni.

Prima di iniziare la terapia con il cefoperazone occorre pertanto accertare con precisione se il paziente abbia presentato in precedenza reazioni di ipersensibilità alle cefalosporine, alla penicillina o ad altri farmaci. Il medicinale va somministrato con cautela ai pazienti sensibili alla penicillina. Gli antibiotici vanno somministrati con cautela a tutti quei pazienti che hanno presentato forme di allergia, in particolar modo nei confronti dei farmaci.

Se si verifica una reazione allergica, il farmaco va sospeso e occorre istituire una terapia adeguata. Reazioni anafilattoidi gravi richiedono l’immediato trattamento di emergenza con adrenalina. Al paziente si dovranno somministrare ossigeno, steroidi per via endovenosa e occorrerà istituire appropriate misure di gestione delle vie aeree, intubazione compresa, a seconda dell’indicazione.

Uso in presenza di insufficienza epatica

Il cefoperazone viene escreto per la maggior parte nella bile. Nei pazienti con malattie epatiche e/o ostruzione biliare l’emivita serica del cefoperazone è generalmente prolungata e l’escrezione urinaria del farmaco aumentata. Anche in presenza di grave disfunzione epatica, vengono raggiunte concentrazioni terapeutiche di cefoperazone nella bile e si osserva un aumento dell’emivita compreso tra due e quattro volte.

In assenza di concomitante insufficienza renale si possono somministrare negli adulti 2 g/die, suddivisi in due somministrazioni, senza rischio di accumulo. Per posologie superiori a 2 g/die è necessario monitorare le concentrazioni sieriche del farmaco. Nei pazienti affetti contemporaneamente da insufficienza epatica e renale sarà opportuno rinunciare all’impiego di Cefoperazone.

L’emodialisi riduce lievemente l’emivita di Cefoperazone, pertanto il farmaco va somministrato dopo la seduta dialitica.

La somministrazione concomitante di cefalosporine e aminoglicosidi può determinare effetti nefrotossici.

Interazioni

Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.

La somministrazione concomitante di cefalosporine e aminoglicosidi può determinare effetti nefrotossici.

Se il Cefoperazone viene impiegato in associazione con aminoglicosidi è necessario il monitoraggio della funzionalità renale durante il trattamento. I due farmaci non vanno miscelati nella stessa siringa e devono essere iniettati in sedi diverse, dato che tra essi esiste un’incompatibilità di ordine chimico-fisico.

Alcolici

Una reazione disulfiram-like caratterizzata da arrossamento del volto, sudorazione, mal di testa e tachicardia è stata riportata in relazione al consumo di alcolici durante la somministrazione di cefoperazone, ma anche a distanza di cinque giorni. Una reazione simile è stata osservata con alcune altre cefalosporine e i pazienti dovrebbero pertanto essere avvertiti di usare cautela nel consumo di alcolici durante la terapia con cefoperazone. Nei pazienti alimentati artificialmente per via orale o parenterale, occorre evitare le soluzioni contenenti etanolo.

Interazioni con i test di laboratorio

Si può verificare una falsa positività della glicosuria, se si impiegano i reattivi di Benedict o di Fehling.

Avvertenze speciali

Osservazioni generali

Come con altri antibiotici, in alcuni pazienti trattati con cefoperazone si è osservata una carenza di vitamina K. Tale meccanismo potrebbe essere correlato alla soppressione della flora batterica intestinale che normalmente sintetizza questa vitamina. Tra i pazienti a rischio ricordiamo i pazienti con una dieta deficitaria, condizioni di malassorbimento (p.es. fibrosi cistica) e pazienti alimentati per lunghi periodi per via endovenosa. In questi pazienti si raccomanda il monitoraggio del tempo di protrombina e la somministrazione di vitamina K.

Come con altri antibiotici, l’uso prolungato di cefoperazone può facilitare lo sviluppo di organismi resistenti. Pertanto, durante il trattamento, i pazienti vanno tenuti sotto osservazione. Analogamente ad altri potenti agenti sistemici, anche nel caso del cefoperazone, se assunto per lunghi periodi, si consiglia il controllo periodico dei vari apparati per evidenziare eventuali disfunzioni; in particolare, si consiglia di verificare la funzionalità del sistema renale, epatico ed ematopoietico. Tale precauzione è particolarmente importante nei neonati, specie in quelli nati prematuramente, e nei bambini piccoli in generale.

Diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) è stata osservata con l’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, ivi compreso il cefoperazone, con sintomi che possono variare per gravità dalla diarrea lieve alla colite mortale. La terapia con antibatterici altera la normale flora del colon, consentendo la crescita del C. difficile.

Il C. difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo di CDAD. Ceppi di C.

difficile che producono tossine in eccesso sono la causa di un aumento della morbosità e mortalità, dato che tali infezioni non rispondono alla terapia antimicrobica e possono richiedere le colecistectomia. La possibile presenza di CDAD va quindi presa in considerazione in tutti i pazienti che accusano diarrea dopo l’uso di antibiotici. In questi casi è necessario disporre di un’anamnesi dettagliata, dato che è noto che la CDAD può verificarsi fino a due mesi dopo la somministrazione degli antibiotici.

Con l’uso di Cefoperazone possono verificarsi rari casi di ipotrombinemia. Sono maggiormente a rischio di emorragie e di fenomeni tromboembolici i pazienti con disordini primari e secondari della emocoagulazione (trombocitopenia, trombopatia o altri disordini della coagulazione).

In questi pazienti “a rischio” è opportuno effettuare il test di Quick ogni due/tre giorni e somministrare vitamina K (10 mg per settimana).

Come per altre beta-lattamine, durante un trattamento prolungato con Cefoperazone, possono svilupparsi resistenze microbiche: tale evenienza è maggiore verso microrganismi opportunisti specialmente enterobatteriacee e pseudomonas in soggetti immunodepressi e, probabilmente, associando tra loro più beta-lattamine.

Si può verificare una falsa positività della glicosuria se si impiegano i reattivi di Fehling, di

Benedict e “Clini-test”.

Impiego nei pazienti pediatrici

Il cefoperazone è stato utilizzato efficacemente nei bambini. Tuttavia il suo impiego nei prematuri e nei neonati non è stato oggetto di vasto studio. Per questo motivo nel trattamento di prematuri e neonati occorre considerare bene i potenziali rischi e benefici prima di iniziare la terapia.

Nei neonati con ittero nucleare, il cefoperazone non rimuove la bilirubina dai siti di legame delle proteine plasmatiche.

Le soluzioni contenenti lidocaina non possono essere utilizzate nei bambini al di sotto dei 30 mesi di età.

Gravidanza e allattamento

Gli studi sulla riproduzione effettuati sui topi, i ratti e le scimmie, a dosi fino a 10 volte la dose umana non hanno evidenziato effetti negativi sulla fertilità o effetti teratogeni. Non sono stati tuttavia effettuati studi adeguati e ben controllati su donne gravide. Pertanto, visto che gli studi riproduttivi eseguiti sull’animale non hanno sempre valore predittivo riguardo alla risposta nell’uomo, il farmaco dovrebbe essere utilizzato in gravidanza solo se effettivamente indispensabile.

Il cefoperazone viene escreto nel latte materno solo in piccola quantità. Anche se il cefoperazone passa al latte materno solo in piccola quantità, si consiglia cautela nella somministrazione del cefoperazone alle madri che allattano.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Le esperienze cliniche con il cefoperazone indicano che è improbabile che il farmaco influisca negativamente sulla capacità di guidare veicoli o di utilizzare macchinari.

Dose, modo e tempo di somministrazione

Adulti:

2-4 g/die in due somministrazioni uguali, equidistanziate (ogni 12 ore). Nelle infezioni particolarmente gravi, fino a 8 g/die in due dosi uguali. Sono stati somministrati fino a 12 g/die suddivisi in 3 somministrazioni uguali, ogni 8 ore.

Nei nefropatici con filtrato glomerulare <18 ml/min o con creatininemia >3,5 mg/100 ml, è consigliabile non superare i 4 g/die.

Bambini:

50-200 mg/kg/die suddivisi in 2 (ogni 12 ore) o più somministrazioni, in caso di necessità.

Somministrazione intramuscolare:

I flaconcini di DARDUM per uso intramuscolare 1 g, vanno disciolti con la fiala solvente (annessa alla confezione) contenente 3 ml di soluzione di lidocaina cloridrata allo 0,5%. Per preparare le soluzioni da iniettare per via intramuscolare, si può utilizzare anche acqua sterile per iniezioni. Quando si voglia somministrare il farmaco in concentrazioni superiori ai 250 mg/ml, le soluzioni devono essere preparate usando lidocaina cloridrata 0,5%. La somministrazione va effettuata mediante iniezione intramuscolare profonda a livello di masse muscolari voluminose, quali i glutei o la faccia anteriore delle cosce. Per la presenza della lidocaina la soluzione ricostituita si presenta lattescente.

Agitare energicamente prima dell’uso.

Sovradosaggio

Disponiamo di informazioni limitate sulla tossicità acuta causata del cefoperazone sodio. Un sovradosaggio del farmaco dovrebbe produrre manifestazioni che sono principalmente un’estensione delle reazioni avverse osservate. Il fatto che concentrazioni elevate di antibiotici betalattamici nel fluido cerebrospinale (FCS) possono causare effetti neurologici e potenzialmente provocare crisi convulsive, andrebbe preso in considerazione. Poiché il cefoperazone può essere eliminato dalla circolazione sanguigna per emodialisi, tale procedura potrebbe favorire l’eliminazione del farmaco dall’organismo, se un ipotetico sovradosaggio dovesse verificarsi in pazienti con insufficienza renale.

In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di DARDUM avvertire immediatamente il medico o rivolgersi al più vicino ospedale.

SE HA QUALSIASI DUBBIO SULL’USO DI DARDUM, RIVOLGERSI AL MEDICO O AL FARMACISTA.

Effetti indesiderati

Come tutti i medicinali, DARDUM può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestano.

Ipersensibilità: Come per tutte le cefalosporine, anche nel caso del cefoperazone le reazioni di ipersensibilità si manifestano come eruzione maculopapulare, orticaria, eosinofilia e febbre da farmaco. È più probabile che queste reazioni avvengano in pazienti con precedente anamnesi di allergie, in particolare nei confronti della penicillina.

Disturbi ematici e linfatici: Sono stati riferiti casi di modesta diminuzione dei neutrofili. Come per altri betalattamici, con la somministrazione prolungata, si può sviluppare neutropenia reversibile. In alcuni soggetti, durante il trattamento con cefalosporine, si è osservata una falsa positività al test di Coombs diretto. È stata riferita una diminuzione dell’emoglobina o dell’ematocrito in linea con i dati pubblicati in letteratura su altre cefalosporine. Sono state altresì riportate eosinofilia transitoria e iperprotrombinemia (vedere “avvertenze speciali”).

Disturbi epatobiliari: è stato registrato un temporaneo aumento dei livelli di ALT, AST e della fosfatasi alcalina.

Disturbi gastrointestinali: è stata segnalata una modificazione dell’alvo (feci molli o diarrea).

Per la maggior parte si trattava di casi lievi o di modesta gravità. In ogni caso tali sintomi rispondevano alla terapia sintomatica o cessavano alla sospensione della terapia antibiotica.

Reazioni locali: il cefoperazone è ben tollerato per somministrazione intramuscolare.

Occasionalmente può manifestarsi dolore transitorio dopo la somministrazione i.m.. Come con altre cefalosporine, quando il cefoperazone viene somministrato tramite catetere endovenoso, alcuni pazienti sviluppano flebite nel sito di infusione.

Nel corso del periodo di farmacovigilanza successivo alla commercializzazione del prodotto, sono stati riferiti i seguenti ulteriori effetti indesiderati:

Disturbi del sistema immunitario: reazione allergica, reazione anafilattoide (incluso lo shock).

Disturbi epatobiliari: ittero

Disturbi gastrointestinali: colite pseudomembranosa, vomito.

Disturbi del sistema ematico e linfatico: emorragia (non altrimenti specificata), trombocitopenia.

Disturbi della pelle e del tessuto sottocutaneo: prurito, sindrome di Stevens Johnson, necrolisi epidermica tossica.

Segnalati raramente tremori, cefalea, vertigini.

Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce i rischi di effetti indesiderati.

Se uno qualsiasi degli effetti indesiderati si aggrava, o se nota la comparsa di un qualsiasi effetto indesiderato non elencato in questo foglio illustrativo, informare il medico o il farmacista.

Scadenza e conservazione

Scadenza: vedere la data di scadenza indicata sulla confezione.

La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.

Conservazione: Conservare a temperatura compresa fra 2° C e 8° C; il prodotto in soluzione deve essere preferibilmente usato immediatamente dopo ricostituzione, se conservato alle temperature tra i 5° e 25° C è stabile per 24 ore.

Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata sulla confezione.

I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici.

Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

Composizione

Ogni flaconcino contiene:

Principio attivo:

Cefoperazone Sale Sodico pari a Cefoperazone 1 g 1 fiala da 3 ml contiene:

Lidocaina cloridrata, Acqua per preparazioni iniettabili

Forma farmaceutica e contenuto

Polvere e solvente per soluzione iniettabile.

  • Astuccio contenente 1 flaconcino da 1 g + fiala solvente da 3 ml uso intramuscolare

Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Lab. It. Biochim. Farm.co LISAPHARMA S.p.A.

Via Licinio, 11 – 22036 ERBA (CO)

Produttore e controllore finale

La.Fa.Re. s.r.l.

Via Sacerdote Benedetto Cozzolino, 77 80056 ERCOLANO (NA)

Revisione del foglio illustrativo da parte dell’AIFA

Luglio 2012