LONGASTATINA

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Longastatina 0,05 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione
Longastatina 0,1 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione
Longastatina 0,5 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione
Longastatina 1 mg/5 ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione

octreotide

Elenco capitoli

  1. CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
  2. INDICAZIONI TERAPEUTICHE
  3. CONTROINDICAZIONI
  4. PRECAUZIONI PER L’USO
  5. INTERAZIONI
  6. AVVERTENZE SPECIALI
    1. Gravidanza
    2. Allattamento
    3. Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
    4. DOSE, MODO e TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE
    5. Uso nei bambini
    6. Uso nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica
    7. Uso nei pazienti con compromissione della funzionalità renale
  7. SOVRADOSAGGIO
  8. EFFETTI INDESIDERATI
  9. SCADENZA E CONSERVAZIONE
  10. COMPOSIZIONE
    1. FORMA FARMACEUTICA e CONTENUTO
  11. I STRUZIONI PER L ‘ APERTURA DELLE FIALE:

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Inibitore dell’ormone della crescita, delle cellule endocrine del sistema APUD, della secrezione di enzimi pancreatici e della secrezione intestinale di acqua e di elettroliti.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

  • Trattamento delle sindromi da tumori endocrini gastroenteropancreatici, in particolare:  carcinoidi (sindrome del carcinoide);  VIPomi;  glucagonomi;  gastrinomi/sindrome di Zollinger-Ellison (eventualmente in associazione con farmaci anti-H 2, con o  insulinomi (per la prevenzione delle crisi ipoglicemiche pre-intervento e terapia di mantenimento);  GRFomi.
  • Per il trattamento sintomatico e la riduzione dei livelli plasmatici di GH e Somatomedina-C nei casi di acromegalia non adeguatamente controllati con terapia chirurgica, radiante o farmacologica (con dopamino-agonisti).
    Il trattamento con Longastatina è anche indicato nei pazienti acromegalici in cui l’intervento chirurgico sia controindicato o comunque non accettato o nei pazienti precedentemente sottoposti a radioterapia, in attesa che quest’ultimo intervento raggiunga la massima efficacia.
  • Trattamento profilattico delle complicazioni post-operatorie conseguenti ad interventi sul pancreas.
  • Trattamento coadiuvante delle fistole pancreatiche.
  • Trattamento della diarrea refrattaria severa correlata ad immunodeficienza.
  • Trattamento d’urgenza e protezione dalle recidive precoci dell’emorragia da varici esofagee in pazienti cirrotici. Longastatina è da utilizzarsi in associazione al trattamento endoscopico.

senza antiacidi);

CONTROINDICAZIONI

Ipersensibilità al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o alla somatostatina.

Gravidanza. Allattamento. Età pediatrica.

PRECAUZIONI PER L’USO

Generali

Poichè i tumori ipofisari secernenti GH possono talvolta espandersi causando serie complicazioni (es.: alterazioni del campo visivo), è necessario che tutti i pazienti siano attentamente controllati. In caso di espansione del tumore dovrebbe essere valutata la possibilità di altre misure terapeutiche.

In pazienti femmine acromegaliche i benefici terapeutici di una riduzione dei livelli dell’ormone della crescita (GH) e la normalizzazione della concentrazione di somatomedina C (IGF 1) possono ripristinare potenzialmente la fertilità. Le pazienti in età fertile devono essere informate di utilizzare se necessario durante il trattamento con octreotide un’adeguata contraccezione (vedere anche “Avvertenze speciali”).

Nei pazienti in trattamento prolungato con octreotide si deve controllare la funzione tiroidea.

Durante la terapia con octreotide si deve controllare la funzione epatica.

Eventi correlati all’apparato cardiovascolare

Sono stati riportati casi non comuni di bradicardia. Potrebbe essere necessario un aggiustamento del dosaggio di farmaci quali beta-bloccanti, calcio antagonisti, o agenti per il controllo idro-elettrolitico.

Colecisti ed eventi correlati

E’ stato stimato che l’incidenza della formazione di calcoli biliari, nei pazienti trattati con Longastatina, era compresa tra 15-30%; l’incidenza nella popolazione in generale è del 5-20%. Pertanto è opportuno eseguire indagini ecografiche della colecisti prima e durante la terapia con Longastatina, a intervalli di circa 6-12 mesi. La presenza di calcoli biliari nei pazienti trattati con Longastatina è generalmente asintomatica; nel caso i calcoli biliari fossero sintomatici, possono essere trattati tramite dissoluzione con acidi biliari o con intervento chirurgico.

Tumori endocrini gastropancreatici

In rari casi, nel trattamento dei tumori endocrini gastroenteropancreatici, è stata descritta un’improvvisa perdita di efficacia, caratterizzata da una recrudescenza dei sintomi caratteristici della malattia.

Metabolismo glucidico

Per l’azione inibitoria sull’ormone della crescita, sul glucagone e sul rilascio di insulina, Longastatina potrebbe influenzare la regolazione del metabolismo del glucosio. La tolleranza glucidica postprandiale potrebbe essere alterata e, in alcuni casi, può essere indotto uno stato di iperglicemia persistente come conseguenza della somministrazione cronica del farmaco.

Nei pazienti con insulinomi è possibile che octreotide produca un aggravamento e un prolungamento degli episodi di ipoglicemia, in quanto il farmaco è dotato di una maggiore attività inibitoria della secrezione di

GH e glucagone rispetto all’insulina. I pazienti con insulinomi devono quindi essere attentamente monitorati, in particolare nel caso di variazioni posologiche. Eventuali variazioni della glicemia possono essere controllate somministrando dosi minori ad intervalli più brevi.

Nel caso di diabete mellito insulino-dipendente di Tipo I il fabbisogno insulinico potrebbe essere ridotto dalla somministrazione di Longastatina. Nei pazienti non diabetici e nei pazienti diabetici di Tipo II, con riserve di insulina parzialmente intatte, la somministrazione di Longastatina potrebbe provocare un aumento della glicemia prandiale.

Si raccomanda pertanto di controllare la tolleranza al glucosio e il trattamento antidiabetico.

Varici esofagee

I livelli glicemici devono essere attentamente controllati poiché a seguito di episodi emorragici dovuti a varici esofagee, potrebbe aumentare il rischio che si sviluppi diabete insulino dipendente o che si debba modificare il fabbisogno di insulina nei pazienti con diabete pre-esistente.

Reazioni locali al sito di iniezione

In uno studio di tossicità a 52 settimane nei ratti, principalmente di sesso maschile, sono stati osservati sarcomi al sito di iniezione sottocutanea solo alla dose più alta (circa 40 volte la dose massima nell’uomo).
Non si sono verificate lesioni iperplastiche o neoplastiche al sito di iniezione sottocutanea in uno studio di tossicità a 52 settimane nel cane. Non ci sono state segnalazioni di formazione di tumore ai siti di iniezione nei pazienti trattati con Longastatina fino a 15 anni. Al momento tutte le informazioni disponibili indicano che le evidenze osservate nel ratto sono specie specifiche e non sono di rilievo per l’uso del farmaco nell’uomo.

Nutrizione

In alcuni pazienti octreotide può alterare l’assorbimento dei grassi presenti nella dieta.

In alcuni pazienti in trattamento con octreotide si è osservato una diminuzione consistente dei livelli di vitamina B 12 e risultati anormali del test di Schilling. Si raccomanda di effettuare il monitoraggio dei livelli di vitamina B 12 durante la terapia con Longastatina in pazienti che abbiano avuto in precedenza episodi di carenza di vitamina B 12

INTERAZIONI

Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale anche quelli senza prescrizione medica.

Longastatina riduce l’assorbimento intestinale di ciclosporina e ritarda quello di cimetidina.

La somministrazione contemporanea di octreotide e bromocriptina aumenta la biodisponibilità della bromocriptina.

Si deve prestare cautela nell’uso di altri farmaci prevalentemente metabolizzati dal CYP3A4 e che hanno un basso indice terapeutico (esempio terfenadina, chinidina).

  • 2 –

AVVERTENZE SPECIALI

Gravidanza

Non vi sono studi adeguati e ben controllati condotti in donne in gravidanza. Durante l’esperienza dopo la commercializzazione, sono stati riportati dati su un numero limitato di gravidanze esposte in pazienti acromegaliche, tuttavia nella metà dei casi l’esito della gravidanza non è noto. La maggior parte delle donne è stata esposta a octreotide durante il primo trimestre di gravidanza a dosi variabili da 100 a 300 mcg/die di

Longastatina somministrata per via sottocutanea o da 20 a 30mg/mese di Longastatina LAR. In circa i due terzi dei casi con esito noto, le donne avevano deciso di continuare la terapia con octreotide durante la gravidanza.

Nei casi con esito della gravidanza noto, non vi sono stati casi di anomalie congenite o malformazioni causate dall’uso di octreotide.

Gli studi su animali hanno mostrato un ritardo transitorio nella crescita della prole, possibile conseguenza degli specifici profili endocrini delle specie testate ma non ci sono state evidenze di fetotossicità, teratogenicità o altri effetti sulla riproduzione.

L’uso della Longastatina è controindicato in gravidanza.

Allattamento

Non è noto se octreotide venga escreta nel latte materno. Studi su animali hanno mostrato che octreotide è escreta nel latte materno. Le pazienti non devono allattare durante il trattamento con Longastatina.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non esistono dati sull’effetto di Longastatina sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

DOSE, MODO e TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE

Tumori gastroenteropancreatici endocrini

La posologia viene stabilita in base alla risposta clinica, alle variazioni delle concentrazioni plasmatiche dei peptidi di origine tumorale (o, in caso di tumori carcinoidi, delle concentrazioni urinarie di 5HIAA) e alla tollerabilità; è opportuno iniziare con una dose di 0,05 mg per 1 o 2 volte al giorno, per via sottocutanea, e aumentare gradatamente la posologia fino a 0,2 mg per 3 volte al giorno. In alcuni casi è necessario ricorrere a dosaggi superiori. Le dosi di mantenimento sono estremamente variabili e comunque devono essere adattate al singolo paziente. Si raccomanda di somministrare il prodotto per via sottocutanea. Tuttavia nelle situazioni in cui sia necessaria una risposta rapida (per esempio crisi carcinoide) si può somministrare

Longastatina per via endovenosa, controllando la frequenza cardiaca. La somministrazione endovenosa deve essere effettuata da parte di un medico. Nei tumori carcinoidi la terapia deve essere interrotta se non si è ottenuto un beneficio entro una settimana dall’inizio del trattamento con Longastatina alla massima dose tollerata.

Acromegalia

Inizialmente 0,05-0,1 mg ogni 8-12 ore per via sottocutanea. Eventuali variazioni posologiche devono essere stabilite in base a controlli mensili delle concentrazioni plasmatiche di GH e IGF-1 (valore di riferimento: GH < 2,5 ng/mL; IGF-1 nel range di normalità), della sintomatologia clinica e della tollerabilità.
Nella maggioranza dei pazienti la dose ottimale giornaliera è di 0,2-0,3 mg. Si consiglia di non superare la dose massima di 1,5 mg al giorno. Nei pazienti stabilizzati a dosi fisse di Longastatina, ogni 6 mesi si devono effettuare i controlli di GH.

Se entro 3 mesi di trattamento con Longastatina non si ottiene una consistente riduzione dei livelli di GH e un miglioramento dei sintomi clinici, è opportuno prendere in considerazione la sospensione della terapia.

Trattamento profilattico delle complicazioni post-operatorie conseguenti ad interventi sul pancreas

0,1 mg 3 volte al giorno per via sottocutanea nel periodo peri e post-operatorio, cominciando almeno un’ora prima dell’intervento e proseguendo sino alla settima giornata post-operatoria compresa.

Trattamento coadiuvante delle fistole pancreatiche

0,1 mg 3 volte al giorno per via sottocutanea sino alla chiusura della fistola, se essa può avvenire spontaneamente, o sino alla terapia chirurgica definitiva.

  • 3 –

Diarrea refrattaria severa correlata ad immunodeficienza

Si consiglia di iniziare la terapia con 0,1 mg 3 volte al giorno, per via sottocutanea. Se la diarrea non è controllata dopo una settimana di terapia, la dose può essere aumentata progressivamente sino a 0,25 mg 3 volte al giorno, in base alla risposta clinica e alla tollerabilità. Se con la somministrazione di 0,25 mg 3 volte al giorno per una settimana non si ottiene alcun miglioramento, è opportuno prendere in considerazione la sospensione del farmaco.

Emorragia da varici esofagee

25 mcg/h in infusione venosa continua per 5 giorni. Longastatina può essere somministrata in soluzione fisiologica.

Nel paziente cirrotico Longastatina è stata usata in infusione venosa continua fino a 50 mcg/h per 5 giorni.

Uso nel paziente anziano

Nel paziente anziano non sono stati descritti particolari problemi di tollerabilità nè regimi posologici differenti da quelli precedentemente indicati.

Uso nei bambini

L’esperienza nell’uso di Longastatina nei bambini è limitata.

Uso nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica

Nei pazienti con cirrosi epatica, l’emivita del farmaco potrebbe aumentare rendendo necessario un aggiustamento della dose di mantenimento.

Uso nei pazienti con compromissione della funzionalità renale

L’insufficienza renale non modifica l’esposizione totale del paziente ad octreotide (calcolata come Area sotto la Curva Concentrazione-tempo o AUC) se somministrato per via sottocutanea, pertanto non è necessario modificare la dose di Longastatina.

NOTE:

Somministrazione sottocutanea-I pazienti che desiderano effettuare da soli le iniezioni sottocutanee devono farsi dare le spiegazioni necessarie da un medico o da un’infermiera.

Per una migliore tollerabilità locale è opportuno somministrare il preparato a temperatura ambiente e non effettuare, in tempi ravvicinati, ripetute iniezioni in zone circoscritte.

Le fiale devono essere aperte prima della somministrazione e il quantitativo non utilizzato deve essere eliminato. Da un punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente.

Nel caso di utilizzo dei flaconi è opportuno non effettuare più di dieci prelievi di farmaco dallo stesso flacone per evitare fenomeni di contaminazione. In caso di bassi dosaggi non effettuare prelievi inferiori a 0.5 ml ma utilizzare le singole fiale a concentrazione fissa.

Somministrazione per infusione endovenosa-I prodotti per somministrazione parenterale devono essere controllati visivamente prima della somministrazione per verificare variazioni di colore e la presenza di particelle.

Nel caso in cui Longastatina deve essere somministrata per infusione endovenosa, il contenuto di una fiala da 0,5 mg deve essere di solito disciolto in 60 ml di soluzione fisiologica salina e la soluzione risultante deve essere somministrata mediante l’uso di una pompa per infusione. Questa procedura deve essere ripetuta con la frequenza necessaria per la durata prescritta del trattamento. Longastatina è stata infusa anche a concentrazioni inferiori.

SOVRADOSAGGIO

E’ stato riportato un numero limitato di casi di sovradosaggio accidentale di Longastatina in adulti e bambino. Negli adulti, le dosi variavano da 2.400 a 6.000 mcg/die somministrati per infusione continua (100-250 mcg/ora) o per via sottocutanea (1.500 mcg tid). Gli eventi avversi riportati sono stati aritmia, ipotensione, arresto cardiaco, ipossia cerebrale, pancreatite, epatite, steatosi, diarrea, debolezza, letargia, perdita di peso, epatomegalia e acidosi lattica.

Nei bambini, le dosi variavano da 50 a 3.000 mcg/die somministrati come infusione continua (2,1 – 500 mcg/ora) o per via sottocutanea (50-100 mcg). L’unico evento avverso riportato è stato iperglicemia lieve.
Non sono stati segnalati eventi avversi inattesi in pazienti con cancro in trattamento con Longastatina a dosi da 3.000 a 30.000 mcg/die somministrati in dosi refratte per via sottocutanea.

Il trattamento in caso di sovradosaggio è di tipo sintomatico.

  • 4 –

EFFETTI INDESIDERATI

Le reazioni avverse al farmaco più frequentemente riportate durante la terapia con octreotide comprendono disturbi gastrointestinali, disturbi del sistema nervoso, disturbi epatobiliari e disturbi del metabolismo e della nutrizione.

Le reazioni avverse più comunemente segnalate durante gli studi clinici con octreotide sono state diarrea, dolore addominale, nausea, flatulenza, mal di testa, colelitiasi, iperglicemia e stipsi. Altre reazioni avverse riportate comunemente sono state capogiri, dolore localizzato, sabbia biliare, disfunzione tiroidea (diminuzione dell’ormone tireotropo [TSH], diminuzione del T4 totale e del T4 libero), feci molli, alterata tolleranza al glucosio, vomito, astenia e ipoglicemia.

In rari casi gli effetti indesiderati a carico dell’apparato gastrointestinale possono presentare le caratteristiche di un’occlusione intestinale acuta, con progressiva distensione addominale, grave dolore in sede epigastrica, tensione addominale e reazione di difesa addominale.

Generalmente gli effetti locali consistono in dolore, a volte di tipo puntiforme, formicolii e bruciore nel sito di iniezione sottocutanea accompagnati da arrossamento e gonfiore di breve durata (generalmente meno di 15 minuti). Tale sintomatologia può essere attenuata somministrando il farmaco a temperatura ambiente, o riducendo il volume somministrato (con l’uso di una formulazione più concentrata).

Sebbene l’escrezione misurata dei grassi fecali possa risultare aumentata, non c’è tuttavia ad oggi evidenza che il trattamento a lungo termine con octreotide abbia causato un deficit nutrizionale da malassorbimento.

L’incidenza di effetti indesiderati gastrointestinali può essere ridotta somministrando Longastatina

lontano dai pasti (nell’intervallo fra un pasto e l’altro o al momento di coricarsi).

In casi molto rari è stata riportata pancreatite acuta entro le prime ore o i primi giorni di trattamento con Longastatina che si è risolta con la sospensione del farmaco. Inoltre, è stata riportata pancreatite indotta da colelitiasi nei pazienti in trattamento a lungo termine con Longastatina.

Sia in pazienti con acromegalia sia in pazienti con sindrome carcinoide sono state osservate alterazioni elettrocardiografiche come prolungamento del QT, deviazione assiale, ripolarizzazione precoce, basso voltaggio, transizione R/S, progressione precoce dell’onda R e alterazioni non specifiche dell’onda ST-T.

Non è stata comunque stabilita la relazione tra questi eventi e il trattamento con octreotide acetato in quanto molti di questi pazienti presentano malattie cardiache concomitanti (vedere “Precauzioni per l’uso”).

Le seguenti reazioni avverse al farmaco, elencate nella Tabella 1, sono state raccolte durante studi clinici con octreotide e segnalate spontaneamente.

Le reazioni avverse al farmaco (Tabella 1) sono elencate secondo la categoria di frequenza, riportando per prima la reazione avversa più frequente, e mediante l’utilizzo della seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) molto raro (< 1/10.000), comprese le segnalazioni isolate. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

  • 5 –

Tabella 1 Reazioni avverse al farmaco riportate negli studi clinici

Post marketing

Le reazioni avverse riportate spontaneamente, presentate nella Tabella 2 sono state segnalate su base volontaria e non è sempre stato possibile determinare in modo affidabile la frequenza o una relazione causale con l’esposizione al farmaco.

  • 6 –

Tabella 2 Reazioni avverse provenienti da segnalazioni spontanee

Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati.

E’ importante comunicare al medico o al farmacista la comparsa di qualsiasi effetto indesiderato anche non descritto nel foglio illustrativo.

SCADENZA E CONSERVAZIONE

Per lunghi periodi di conservazione sia le fiale che i flaconi devono essere tenuti ad una temperatura tra 2° e

8°C. Conservare nella confezione originale per tenerli al riparo dalla luce. 0,05-0,1-0,5 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione:

Durante l’uso quotidiano conservare a temperatura < ai 30°C per un periodo di 2 settimane. 1 mg/5 ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione:

Durante l’uso quotidiano conservare a temperatura < ai 25°C per un periodo di 2 settimane.

Flacone: non congelare.

Scadenza: vedere la data di scadenza indicata sulla confezione.

La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.

Attenzione: Non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata sulla confezione.

I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici.

Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

TENERE IL MEDICINALE FUORI DALLA PORTATA E DALLA VISTA DEI BAMBINI

COMPOSIZIONE

Longastatina 0,05 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione:

Una fiala contiene:

Principio attivo: octreotide 0,05 mg

Eccipienti: acido lattico, mannitolo, sodio bicarbonato, acqua per preparazioni iniettabili.

Longastatina 0,1 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione:

Una fiala contiene:

Principio attivo: octreotide 0,1 mg

Eccipienti: acido lattico, mannitolo, sodio bicarbonato, acqua per preparazioni iniettabili.

Longastatina 0,5 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione:

Una fiala contiene:

Principio attivo: octreotide 0,5 mg

Eccipienti: acido lattico, mannitolo, sodio bicarbonato, acqua per preparazioni iniettabili.

  • 7 –

Longastatina 1 mg/5 ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione:

Una flacone contiene:

Principio attivo: octreotide 1 mg

Eccipienti: acido lattico, fenolo, mannitolo, sodio bicarbonato, acqua per preparazioni iniettabili.

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è praticamente “senza sodio”.

FORMA FARMACEUTICA e CONTENUTO

Longastatina 0,05 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione: 5 fiale da 1 ml

Longastatina 0,1 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione: 5 fiale da 1 ml

Longastatina 0,5 mg/ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione: 3 fiale da 1 ml

Longastatina 1 mg/5 ml soluzione iniettabile o concentrato per soluzione per infusione: 1 flacone da 5 ml Soluzione: la soluzione è limpida ed incolore

TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMNMERCIO

ITALFARMACO S.p.A.

Viale Fulvio Testi, 330 MILANO

PRODUTTORE E CONTROLLORE FINALE

Responsabile della produzione, del controllo e del confezionamento

Novartis Pharma Stein AG

Schaffhauserstrasse

CH-4332 Stein (CH)

Responsabile del rilascio lotti

Italfarmaco S.p.A.

Viale Fulvio Testi, 330 20126 Milano-Italia

Confezionamento secondario anche presso:

Mipharm S.p.A.

Via Quaranta, 12 20141 Milano-Italia

Revisione del foglio illustrativo da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco: Ottobre 2012

  • 8 –

I STRUZIONI PER L APERTURA DELLE FIALE:

Per aprire correttamente le fiale seguire le seguenti istruzioni:

  • 9 –