CARBOPLATINO TEVA

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FOGLIO ILLUSTRATIVO

CARBOPLATINO TEVA 10 mg/ml

concentrato per soluzione per infusione

carboplatino

Medicinale equivalente

Ogni ml di soluzione contiene:

Principio attivo:

Carboplatino 10 mg

Eccipienti:

Mannitolo, acqua per preparazioni iniettabili.

Elenco capitoli

  1. FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO
  2. CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
  3. INDICAZIONI TERAPEUTICHE
  4. CONTROINDICAZIONI
  5. PRECAUZIONI D’IMPIEGO
    1. INTERAZIONI CON ALTRI MEDICINALI ED INTERAZIONI DI QUALSIASI ALTRO GENERE
  6. AVVERTENZE SPECIALI
    1. USO IN GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO
    2. Gravidanza
    3. Allattamento
  7. EFFETTI SULLA CAPACITÀ DI GUIDARE VEICOLI E SULL’USO DI MACCHINARI
    1. DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE
    2. Istruzioni per l’impiego, la manipolazione e lo smaltimento
  8. SOVRADOSAGGIO
  9. EFFETTI INDESIDERATI
    1. Non comune
    2. Raro
    3. Non comune
    4. Patologie del sistema emolinfopoietico
    5. Molto comune
    6. Comune
    7. Raro
    8. Disturbi del sistema immunitario
    9. Comune
    10. Raro
    11. Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    12. Molto comune
    13. Raro
    14. Patologie del sistema nervoso
    15. Comune
    16. Raro
    17. Molto raro
    18. Patologie dell’occhio
    19. Raro
    20. Patologie dell’orecchio e del labirinto
    21. Molto comune
    22. Comune
    23. Patologie cardiache
    24. Molto raro
    25. Patologie vascolari
    26. Raro
    27. Molto raro
    28. Patologie gastrointestinali
    29. Molto comune
    30. Comune
    31. Patologie epatobiliari
    32. Raro
    33. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    34. Comune
    35. Patologie renali e urinarie
    36. Molto comune
    37. Comune
    38. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    39. Molto comune
    40. Comune
    41. Non comune
    42. Esami diagnostici
    43. Molto comune

FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO

Concentrato per soluzione per infusione.

Carboplatino 10 mg/ml concentrato per soluzione per infusione è una soluzione chiara, da incolore a leggermente gialla, libera da particelle.

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA

Citostatici-antineoplastici ed immunosoppressori, composti di platino.

TITOLARE A.I.C.

Teva Pharma B.V. – Computerweg, 10-3542 DR Utrecht (Olanda)

PRODOTTO E CONTROLLATO DA

Pharmachemie B.V.-5 Swensweg, Postfach 552-2003 Haarlem (Olanda)

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

Carboplatino Teva è indicato nel trattamento di:

  1. Carcinoma epiteliale dell’ovaio in fase avanzata in:
    • prima scelta;
    • seconda scelta, dopo il fallimento d’altri chemioterapici.
  2. Carcinoma del polmone a piccole cellule, in associazione ad altri agenti chemioterapici.

CONTROINDICAZIONI

Carboplatino Teva è controindicato in pazienti con grave insufficienza renale pre-esistente (clearance della creatinina <20 ml/minuto).

Carboplatino Teva non deve essere somministrato a pazienti con grave mielosoppressione.

Carboplatino Teva è inoltre controindicato nei pazienti che abbiano manifestato ipersensibilità al carboplatino o ad altri farmaci contenenti platino, o al mannitolo.

Carboplatino Teva è controindicato in pazienti con tumori emorragici.

Carboplatino Teva è controindicato durante l’allattamento al seno.

PRECAUZIONI D’IMPIEGO

La crasi ematica e la funzionalità renale debbono essere monitorate accuratamente. Si consiglia di effettuare un controllo dei valori ematici all’inizio della terapia e poi settimanalmente, per stabilire il nadir ematologico in base al quale saranno modificate le dosi successive. Occorre inoltre eseguire regolarmente controlli neurologici.

In caso di ripristino prolungato di leucociti e piastrine, la terapia con carboplatino non deve ricominciare fino a quando non siano state raggiunte una conta leucocitaria >2.000/µl ed una conta piastrinica >100.000/µl.

INTERAZIONI CON ALTRI MEDICINALI ED INTERAZIONI DI QUALSIASI ALTRO GENERE

La mielosoppressione può essere aggravata dall’associazione del carboplatino con altri farmaci mielotossici. La terapia combinata di carboplatino con altri farmaci mielotossici deve essere pianificata molto attentamente per quanto riguarda dose e tempo di somministrazione al fine di minimizzare gli effetti additivi.

Pazienti in terapia combinata con altri farmaci con potenziale nefrotossico sono soggetti a mielotossicità più grave e prolungata. Sebbene non esistano prove cliniche di nefrotossicità cumulativa, si consiglia di non utilizzare carboplatino in associazione ad aminoglicosidi o altri farmaci nefrotossici.

La somministrazione di farmaci nefrotossici e/o ototossici (cioè aminoglicosidi e diuretici dell’ansa) durante il trattamento con il carboplatino può aumentare la tossicità del farmaco dell’organo bersaglio.

La somministrazione concomitante di carboplatino e composti che possono formare complessi deve essere evitata, in quanto teoricamente l’effetto antineoplastico del carboplatino potrebbe risultare diminuito. Comunque, sia negli animali che nell’uomo, gli effetti antineoplastici del carboplatino non sono stati influenzati dal dietiltiocarbamato.

E’ stato riportato un abbassamento del livello sierico della fenitoina a seguito di somministrazione concomitante di carboplatino e fenitoina.

Questo può portare ad una ripresentazione dei sintomi e richiedere un aumento dei dosaggi di fenitoina.

AVVERTENZE SPECIALI

T ENERE FUORI DALLA PORTATA E DALLA VISTA DEI BAMBINI

Carboplatino Teva deve essere somministrato da personale specializzato nell’uso di farmaci citotossici.

La mielosoppressione di Carboplatino Teva è strettamente correlata alla sua clearance renale: i pazienti con alterata funzionalità renale o in terapia concomitante con altri farmaci potenzialmente nefrotossici possono presentare una mielotossicità più grave e prolungata.

Pertanto, prima e durante la terapia con questo farmaco occorre valutare accuratamente la funzionalità renale. I cicli con Carboplatino Teva, normalmente, non devono essere ripetuti più di una volta al mese. La somministrazione di Carboplatino Teva può causare trombocitopenia, leucopenia ed anemia. Un frequente controllo della crasi ematica è consigliato, quindi, durante e dopo la terapia. In polichemioterapia, l’associazione di carboplatino con altri farmaci mielosoppressori deve essere valutata attentamente, in particolare per quanto riguarda i dosaggi ed i tempi di somministrazione, al fine di minimizzare gli effetti tossici cumulativi. Nei casi di grave mielosoppressione può rendersi necessaria una trasfusione di sangue di supporto.
Carboplatino Teva può causare nausea e vomito. Il trattamento profilattico con antiemetici e la somministrazione più lenta del farmaco si sono dimostrati efficaci nella riduzione dell’incidenza e della gravità di questi sintomi.

Carboplatino Teva può determinare alterazione della funzionalità renale. Pur non essendo stata sufficientemente documentata l’evidenza di nefrotossicità, si sconsiglia di effettuare trattamenti concomitanti con aminoglicosidi o altri composti nefrotossici.

Come per gli altri composti a base di platino, sono state riportate reazioni allergiche dovute a carboplatino.

Queste possono insorgere entro alcuni minuti dalla somministrazione del farmaco e, in tal caso, devono essere trattate con terapia idonea.

Possono anche verificarsi reazioni simil-anafilattiche come per gli altri composti a base di platino.

Il rischio di reazioni allergiche, compresa l’anafilassi, risulta aumentato nei pazienti precedentemente esposti a terapia con composti del platino.

Dato che nei pazienti anziani la funzionalità renale può essere compromessa, si consiglia, se necessario, di tenerne conto nel determinare il dosaggio adeguato.

Sono stati riportati effetti neurotossici, specialmente in pazienti con più di 65 anni e/o pazienti trattati precedentemente con cisplatino.

E’ stata pure evidenziata una relazione tra disturbi visivi transitori e dosaggi molto alti in pazienti con funzionalità renale compromessa.

La potenziale attività cancerogena di carboplatino non è stata accertata, ma composti con meccanismo d’azione e mutagenesi simili si sono dimostrati cancerogeni.

Uomini e donne devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci (vedere il paragrafo “Uso in gravidanza e allattamento”).

Devono essere monitorati attentamente la conta delle cellule periferiche, la funzionalità renale ed epatica e gli elettroliti sierici.

Non sono state accertate la sicurezza e l’efficacia del carboplatino in pediatria.

USO IN GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO

Gravidanza

Carboplatino Teva può causare danni fetali/embrionali se somministrato a donne gravide.

In molti modelli sperimentali, carboplatino ha mostrato potere teratogeno, embriotossico e mutageno.

Carboplatino Teva deve essere somministrato durante la gravidanza solo se strettamente necessario. La madre deve essere informata del rischio per il feto.

Si deve consigliare a tutte le pazienti in età fertile l’impiego, durante la terapia, di un metodo contraccettivo per se stesse e/o per il proprio partner. I pazienti maschi devono continuare a far uso del contraccettivo per almeno sei mesi dopo la terapia.

Le donne che sono incinte o restano incinte durante la terapia, devono essere informate circa le conseguenze genetiche.

Carboplatino Teva può avere effetti genotossici. Pertanto agli uomini trattati con carboplatino si consiglia di evitare una paternità durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di chiedere informazione sulla crioconservazione dello sperma prima del trattamento per la possibilità di infertilità irreversibile dovuta alla terapia con carboplatino.

Allattamento

Non è noto se il carboplatino sia escreto con il latte materno. Non potendo escludere la possibilità di tossicità nei bambini in allattamento, derivante dal trattamento con carboplatino della madre, si deve interrompere l’allattamento al seno.

EFFETTI SULLA CAPACITÀ DI GUIDARE VEICOLI E SULL’USO DI MACCHINARI

Carboplatino Teva può causare nausea e vomito, compromettendo quindi indirettamente la capacità di guidare e l’uso di macchinari.

DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE

Carboplatino Teva deve essere somministrato solo per via endovenosa. In pazienti adulti non pre-trattati e con funzionalità renale normale, il dosaggio di carboplatino raccomandato è di 400 mg/m 2 in unica dose per infusione endovenosa lenta (da 15 a 60 minuti).

Ulteriori cicli non devono essere ripetuti prima di quattro settimane.

Una riduzione del dosaggio iniziale pari a 20-25% è consigliabile nei pazienti con fattori di rischio quali precedenti trattamenti mielosoppressori o precario stato generale (ECOG-Zubrod

2-4 o Karnofsky inferiore a 80).

Durante i cicli iniziali di trattamento con carboplatino, al fine di effettuare i successivi adeguamenti di dosaggio, si consiglia di determinare il nadir ematologico con controlli settimanali della crasi ematica.

Funzionalità renale compromessa

I pazienti con valori di clearance della creatinina inferiori a 60 ml/min sono a maggior rischio di grave mielosoppressione.

Per il miglior uso di carboplatino in pazienti con funzionalità renale compromessa occorre effettuare adeguati aggiustamenti del dosaggio e frequente monitoraggio dei nadir ematologici, degli elettroliti e della funzionalità renale.

L’insorgenza di grave leucopenia, neutropenia o trombocitopenia può essere controllata con il seguente schema posologico:

  • 250 mg/m 2 e.v., in 1 giornata, in pazienti con valori basali di clearance della creatinina fra 41 e 59 ml/min.
  • 200 mg/m 2 e.v., in 1 giornata, in pazienti con valori basali di clearance della creatinina fra 16 e 40 ml/min.

Carboplatino Teva non deve essere somministrato a pazienti con valori della clearance della creatinina <20 ml/min.

Dosaggio consigliato in relazione all’AUC

Alternativamente la dose iniziale può essere calcolata usando la formula di Calvert. Questa è basata sulla funzionalità renale (Percentuale di Filtrazione Glomerulare-GFR). Di conseguenza si riduce il rischio di sottodosaggio o sovradosaggio dovuto a differenze individuali della funzionalità renale.

Formula di Calvert: dose totale (mg) = (target AUC*) x (GFR + 25).

Nota: con la formula di Calvert la dose totale di carboplatino è calcolata in mg e non in mg/m 2

.

La formula di Calvert non deve essere usata in pazienti precedentemente trattati con uno dei seguenti schemi terapeutici:

  • mitomicina C
  • nitrosourea
  • doxorubicina/ciclofosfamide/cisplatino in polichemioterapia
  • polichemioterapia che includa 5 o più agenti citostatici
  • radioterapia maggiore o uguale a 5000 rad su un’area di 20 x 20 cm o più.

Diminuzione della conta piastrinica e neutrofila

La terapia può essere aumentata del 25% nei pazienti che non hanno evidenziato tossicità ematologica (cioè conta piastrinica e neutrofila al di sopra di 100.000 e 2.000/mm 3, rispettivamente) con la precedente dose di carboplatino in monoterapia o in associazione (per es. ciclofosfamide).

Non si richiede aggiustamento del dosaggio in regime di monoterapia o in associazione nei pazienti che hanno manifestato solo una tossicità ematologica da lieve a moderata (cioè conta piastrinica o neutrofila di 50.000-100.000 o 500-2.000/mm 3, rispettivamente) con la precedente dose.

Si deve prendere in considerazione l’eventualità di ridurre del 25% il dosaggio di carboplatino in monoterapia o in associazione nei pazienti che hanno evidenziato tossicità ematologica da moderata a grave (cioè conta piastrinica o neutrofila al di sotto di 50.000 o 500/mm 3, rispettivamente) con la precedente dose.

La seguente tabella riporta un riassunto di questi aggiustamenti di dosaggio.

Terapia d’associazione

Per il miglior uso di carboplatino in associazione ad altri farmaci mielosoppressori occorre effettuare adeguamenti di dosaggio in base allo schema polichemioterapico adottato.

Pazienti pediatrici

Non sono disponibili sufficienti dati per consigliare le dosi di Carboplatino Teva in campo pediatrico.

Uso in geriatria (più di 65 anni)

In base alle condizioni fisiche del paziente possono rendersi necessari adeguamenti del dosaggio sia inizialmente sia nel proseguimento della terapia.

Diluizione

Il prodotto può essere diluito con glucosio al 5% o con sodio cloruro allo 0,9% in acqua per preparazioni iniettabili a concentrazioni di 0,5 mg/ml (500 mcg/ml).

Istruzioni per l’impiego, la manipolazione e lo smaltimento

La soluzione deve essere controllata visivamente prima dell’uso.

Linee guida per una corretta manipolazione di agenti anti-neoplastici:

  1. Il farmaco deve essere manipolato da personale qualificato.
  2. La manipolazione deve essere effettuata in un’area dedicata.
  3. Devono essere usati guanti protettivi.
  4. Precauzioni devono essere prese al fine di evitare che il farmaco venga accidentalmente a contatto con gli occhi. Nel caso questo accadesse, lavare con acqua e/o soluzione salina.
  5. I farmaci citotossici non devono essere manipolati da personale in stato di gravidanza accertata o presunta.
  6. Si devono osservare precauzioni particolari nell’eliminare siringhe, aghi etc. usati per la ricostituzione di farmaci citotossici.
    L’eccesso di materiale solido di scarto deve essere smaltito mettendolo in sacchi di polietilene doppiamente sigillati e posti nell’inceneritore a temperatura di 1000°C. Il materiale di scarto liquido deve essere risciacquato con quantità abbondante di acqua.

Diluizione:

  1. La superficie di lavoro deve essere ricoperta con una carta assorbente plastificata monouso.
  2. Usare appropriati dispositivi (Luer-Lock) su tutte le siringhe e strumenti.
    Aghi a foro largo vengono raccomandati per ridurre al minimo la pressione e la possibile formazione di aerosol.
    Quest’ultima può essere anche ridotta con l’uso di aghi a tiraggio.

SOVRADOSAGGIO

Non sono noti antidoti per il sovradosaggio da carboplatino; ogni cautela possibile deve essere presa per evitare un sovradosaggio.

Nessun sovradosaggio si è verificato durante gli studi clinici.

Le complicazioni dovute al sovradosaggio potrebbero essere correlate a mielosoppressione e/o tossicità epatica. Un sovradosaggio eventuale di carboplatino potrà essere associato a danno renale.

Nel caso in cui si dovessero verificare fenomeni di tossicità dovuta al farmaco dovranno essere assunti immediatamente adeguati provvedimenti sintomatici.

EFFETTI INDESIDERATI

L’incidenza degli effetti collaterali, riportata di seguito, è basata su dati cumulativi e riferita ad un elevato numero di pazienti con diverse caratteristiche prognostiche prima del trattamento.

Sono state utilizzate le seguenti frequenze:

• Molto comune (≥1/10)

• Comune (≥1/100, <1/10)

• Non comune (≥1/1.000, <1/100)

• Raro (≥1/10.000, <1/1.000)

• Molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Infezioni e infestazioni

Non comune

Complicazioni infettive.

Raro

Infezioni mortali.

Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)

Trattamento relativo a tumori secondari maligni.

Non comune

Patologie del sistema emolinfopoietico

Molto comune

La mielosoppressione rappresenta l’effetto tossico dose-limitante del carboplatino. La somministrazione di carboplatino, in monoterapia, ai massimi dosaggi consentiti, ha determinato trombocitopenia in circa un terzo dei pazienti con valori di piastrine inferiori a 50 x 10 9 /l. Il nadir si è generalmente verificato tra il 14° e il 21° giorno, con regressione entro 35 giorni dall’inizio della terapia. In circa il 20% dei pazienti si è osservata anche leucopenia (<2.000/µl), ma la sua regressione dal giorno del nadir (tra il 14° e il 28°) può essere più lenta ed in genere avviene entro 42 giorni dall’inizio della terapia.

Diminuzione dell’emoglobina.

Nei pazienti con funzionalità renale alterata, precario stato fisico generale, età superiore ai 65 anni e già pre-trattati con chemioterapia intensiva, la mielosoppressione può essere più grave e può protrarsi per un periodo di tempo più prolungato. La mielosoppressione può inoltre essere aggravata dall’associazione del carboplatino con altri farmaci mielotossici. Somministrando carboplatino in monochemioterapia, ai dosaggi e con le modalità consigliate, la mielosoppressione è generalmente reversibile e non cumulativa.

Anemia.

Comune

Complicazioni emorragiche.

Raro

Neutropenia febbrile, sindrome emolitico-uremica.

Disturbi del sistema immunitario

Comune

Reazioni allergiche. Sono analoghe a quelle osservate dopo somministrazione di altri composti contenenti platino, per esempio rash eritematoso, febbre senza causa apparente e prurito.

Raro

Shock anafilattico che richiede trattamento adeguato (epinefrina, antistaminici, corticosteroidi), ipotensione, broncospasmo.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Molto comune

Iperuricemia è stata osservata in circa un quarto dei pazienti. I livelli sierici di acido urico possono essere diminuiti con allopurinolo.

Raro

Anoressia.

Patologie del sistema nervoso

Comune

L’incidenza delle neuropatie periferiche dopo trattamento con carboplatino è del 6%. Nella maggior parte dei pazienti la neurotossicità è limitata a parestesie e diminuzione dei riflessi tendinei profondi. La frequenza e l’intensità di questi effetti collaterali aumenta nei pazienti al di sopra dei 65 anni precedentemente trattati con cisplatino. Sintomi nervosi centrali.

La parestesia presente prima dell’inizio del trattamento con il carboplatino, in particolare se correlata al precedente uso di cisplatino, può persistere o aggravarsi in corso di terapia con il carboplatino.

Raro

Alterazione del gusto.

Molto raro

Eventi cerebrovascolari (apoplessia).

Patologie dell’occhio

Raro

A seguito della terapia con derivati del platino sono stati riportati rari casi di disturbi transitori della vista comprendenti talvolta perdita temporanea della visione.

Essi si manifestano più frequentemente in pazienti con insufficienza renale, trattati con alti dosaggi.

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Molto comune

Diminuzione subclinica dell’udito, con perdita della percezione delle alte frequenze (4000-8000 Hz) documentata dall’audiogramma è stata riportata nel 15% dei pazienti trattati con carboplatino.

Comune

Solo l’1% dei pazienti ha presentato una sintomatologia clinica costituita nella maggior parte dei casi da tinnito. In pazienti con alterazioni dell’udito conseguente a un precedente trattamento con cisplatino può verificarsi una persistenza o peggioramento del disturbo dopo il trattamento con carboplatino.

Si è verificata una consistente perdita dell’udito in bambini trattati con carboplatino a dosaggi maggiori di quelli raccomandati e in associazione ad altri farmaci ototossici.

Patologie cardiache

Molto raro

Eventi cardiovascolari (attacco cardiaco, embolia).

Patologie vascolari

Raro

Sanguinamento.

Molto raro

Ipertensione.

Patologie gastrointestinali

Molto comune

In circa un quarto dei pazienti trattati con carboplatino si è osservata nausea senza emesi; l’emesi invece si è manifestata in circa metà dei pazienti e in circa un terzo dei casi, l’emesi è risultata d’intensità severa. Nausea ed emesi generalmente scompaiono entro 24 ore dal trattamento e normalmente rispondono (e possono essere prevenute dai) ai farmaci antiemetici.

Un quarto dei pazienti non ha manifestato né nausea né emesi.

Dolori gastrointestinali sono stati riportati nel 17% dei pazienti.

Comune

Diarrea e costipazione si sono verificate rispettivamente nel 6% e nel 4% dei pazienti.

Patologie epatobiliari

Raro

Sono stati riportati danni epatici gravi (inclusa la necrosi epatica acuta) dopo somministrazione di dosi di carboplatino maggiori di quelle consigliate.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune

Alopecia.

Patologie renali e urinarie

Molto comune

Nei pazienti trattati con carboplatino generalmente la tossicità renale non è dose-limitante, nè necessita d’accorgimenti preventivi come l’idratazione o la diuresi forzata. Possono comunque verificarsi aumento dell’azotemia o della creatininemia in circa il 15% dei pazienti senza un programma di idratazione o di diuresi forzata.

Comune

Si può altresì verificare un’alterata funzionalità renale con una diminuzione della clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min.

In pazienti con funzionalità renale alterata prima del trattamento con carboplatino, l’incidenza e la gravità della nefrotossicità possono aumentare. Benché non sia stato chiarito se un adeguato schema d’idratazione possa ovviare a tali effetti, è necessaria la riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento, in presenza di funzionalità renale moderatamente compromessa (clearance della creatinina da 41 a 59 ml/min) o di un’alterazione grave (21-40 ml/min). Il carboplatino è controindicato in pazienti con una clearance della creatinina uguale o inferiore a 20 ml/min.

Dopo trattamento con carboplatino è stata riportata una diminuzione degli elettroliti plasmatici (magnesio, potassio, sodio e raramente calcio), d’intensità tale da non provocare sintomi clinicamente rilevabili.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Molto comune

Astenia.

Comune

Mucosite, malessere.

Non comune

Reazioni nel sito di somministrazione, come dolore, eritema, gonfiore, orticaria e necrosi.

Febbre e brividi senza sintomi di infezione.

Esami diagnostici

Molto comune

In circa un terzo dei pazienti con valori basali normali l’uso di carboplatino ha indotto alterazione dei test di funzionalità epatica (di gravità da lieve a moderata). Aumenti dei valori di fosfatasi alcalina sono stati osservati più frequentemente rispetto ad alterazioni dei valori di

SGPT, SGOT e bilirubinemia totale.

Nella maggior parte dei casi queste alterazioni regrediscono spontaneamente durante il trattamento.

Si possono verificare casi di anormalità elettrolitica.

All’interno di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.

Attenzione: non utilizzare il medicinale oltre la data di scadenza indicata sulla confezione.

La data di scadenza è riportata sul confezionamento esterno.

Eliminare il prodotto scaduto utilizzando gli appositi contenitori in farmacia.

SPECIALI PRECAUZIONI PER LA CONSERVAZIONE

Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.

Conservare nella confezione originale.

Diluizione: il prodotto può essere diluito con soluzione p.p.i. di glucosio al 5%, oppure con soluzione p.p.i. di cloruro di sodio allo 0,9% fino a concentrazioni di 0,5 mg/ml (500 mcg/ml).

Se diluito correttamente, la soluzione di carboplatino deve essere usata entro 3 ore se conservata a temperatura ambiente (15°-25°C) ed al riparo dalla luce, o entro 24 ore, se conservata alla temperatura tra 2°-8°C e se la diluizione è stata effettuata in condizioni asettiche convalidate. Poiché la formulazione non contiene conservanti antibatterici si raccomanda di eliminare la soluzione di carboplatino dopo 3 ore dal momento della diluizione, se conservata a temperatura ambiente e protetta dalla luce, o dopo 24 ore, se conservata refrigerata (2°-8°C).

Il prodotto è in dose singola.

Questo foglio illustrativo è stato approvato l’ultima volta il: Novembre 2009