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FOGLIO FOGLIO ILLUSTRATIVO ILLUSTRATIVO

A PLAKE T

Ticlopidina

CATEGORI A FARMACOTERAPE UT I CA B01A C05: Antiaggreganti piastrinici.

Elenco capitoli

  1. INDICAZIONI TERAPEUT I CHE
  2. CONT ROI NDI CAZI ONI
  3. OPPORTU NE PRECAUZIONI D’I MPIEGO
  4. INTERAZI ONI MEDI CAMENTOSE ED ALTRE
  5. AVVERTENZE SPECIAL I
    1. DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMI NI ST RAZI ONE
  6. SOVRADO SAGG I O
  7. EFFETTI INDESI DERATI
  8. SCADENZA E CONSERVAZI ONE
  9. COMPOSIZI ONE
  10. FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO

INDICAZIONI TERAPEUT I CHE

La ticlopidina è indicata nella prevenzione secondaria di eventi ischemici occlusivi cerebro e cardiovascolari in pazienti a rischio trombotico (arteriopatia obliterante periferica, pregresso infarto del miocardio, pregressi attacchi ischemici transitori ricorrenti, ictus cerebrale ischemico, angina instabile).

In pazienti con pregresso infarto miocardico e con pregressi attacchi ischemici transitori l’uso della ticlopidina dovrebbe essere riservato a quei pazienti che non tollerano l’acido acetilsalicilico (ASA) o nei quali l’ASA è risultato inefficace.

La ticlopidina è inoltre indicata: nella prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici, nella circolazione extra-corporea, nella emodialisi e nella trombosi della vena centrale della retina.

CONT ROI NDI CAZI ONI

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Il farmaco è controindicato nei soggetti che presentino o abbiano presentato leucopenia, piastrinopenia od agranulocitosi.

Diatesi emorragiche (pregresse o in atto) ed emopatie che comportano un allungamento del tempo di sanguinamento.

Lesioni organiche suscettibili di sanguinamento (ulcere dell’apparato gastro-intestinale, varici esofagee, ecc.).

Accidenti vascolari cerebrali emorragici in fase acuta.

Epatopatie gravi.

In qualche caso è stata segnalata, durante il trattamento con ticlopidina, la comparsa di leucopenia o agranulocitosi, talvolta anche ad esito irreversibile; pertanto il farmaco deve essere impiegato solo nei casi in cui esso è insostituibile. Va ca te gor ica me n t e escl u so l’imp iego del la t icl op id in a ne ll a pre ven zio n e pr ima r i a ne i sogge t t i cl in ica me n t e san i.

Deve essere evitata l’associazione con altri farmaci potenzialmente mielotossici.

Relativamente a gravidanza e allattamento vedere “Opportune precauzioni di impiego”

OPPORTU NE PRECAUZIONI D’I MPIEGO

Si possono osservare eventi avversi, qualche volta gravi, di natura ematologica ed emorragica.
Agranulocitosi, pancitopenia e rari casi di leucemia sono stati segnalati nell’esperienza post-marketing.

Talvolta sono state osservate conseguenze fatali in seguito ad eventi avversi di natura ematologica ed emorragica (vedere paragrafo “Effetti indesiderati”).

Tali eventi gravi possono essere associati con:

  • controllo inadeguato, diagnosi tardiva e misure terapeutiche non appropriate per gli eventi avversi
  • somministrazione concomitante di anticoagulanti o di sostanze antiaggreganti piastriniche come l’aspirina e farmaci antiinfiammatori non steroidei. Comunque nel caso di impianto di stent la ticlopidina deve venire associata all’aspirina (100-325 mg al giorno) per circa un mese dopo l’impianto.

È indispensabile attenersi scrupolosamente alle indicazioni, precauzioni e controindicazioni della ticlopidina.

Controllo ematologico

E’ necessario eseguire un esame emocromocitometrico completo, comprendente conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, all’inizio del trattamento e quindi ogni 2 settimane per i primi 3 mesi di terapia ed entro 15 giorni dalla eventuale interruzione di ticlopidina, se tale interruzione si verifica entro i primi 3 mesi di terapia.

Quando il numero di neutrofili scende sotto i 1500/mm 3 il valore deve essere confermato. Se la presenza di neutropenia (neutrofili <1.500/mm 3) o trombocitopenia (piastrine <100.000/mm 3) è confermata, è necessario interrompere il trattamento.

A causa della lunga emivita plasmatica della ticlopidina cloridrato, si raccomanda che i pazienti che sospendono la ticlopidina per qualsiasi motivo entro i primi 90 giorni si sottopongano ad un ulteriore esame emocromocitometrico completo, comprendente la conta differenziale leucocitaria, dopo due settimane dall’interruzione della terapia. Occorre monitorare i parametri emocromocitometrici, compresi conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, fino al ritorno nella norma.

Controllo clinico

Occorre che il paziente sia istruito su segni e sintomi possibilmente correlati alla neutropenia (febbre, mal di gola, ulcerazioni del cavo orale), alla trombocitopenia e/o a disturbi dell’emostasi (emorragia prolungata o inattesa, ecchimosi, porpora, feci scure) o alla porpora trombotica trombocitopenica (TPP).

Occorre consigliare al paziente di sospendere il medicamento e di consultare immediatamente il medico in caso di comparsa di uno dei precedenti segni o sintomi.

La decisione di riprendere il trattamento va presa solo tenendo conto dei reperti clinici e di laboratorio.

Casi di neutropenia, anche grave e agranulocitosi si sono osservati per lo più nei primi tre mesi di trattamento con ticlopidina, e non si accompagnavano tipicamente a segni di infezione o altri sintomi clinici (necessità di controllo della crasi ematica). In questi casi il midollo osseo mostrava tipicamente una diminuzione dei precursori mieloidi (Vedere paragrafo “Effetti indesiderati”)

Casi di epatite (citolitica e/o colestatica) sono stati segnalati durante i primi mesi di trattamento, alla sospensione del quale il decorso è stato generalmente favorevole (Vedere paragrafo “Effetti indesiderati”)

Il paziente deve essere informato sui sintomi dell’epatite (per es. ittero, urine scure, feci di colore chiaro) e incoraggiato a riferire questi sintomi al medico.

La diagnosi clinica di porpora trombotica trombocitopenica (TTP), rara e potenzialmente fatale, è caratterizzata dalla presenza di trombocitopenia, anemia emolitica, sintomi neurologici simili a quelli di un attacco ischemico transitorio (TIA) o di un ictus, disturbi renali e febbre.

L’insorgenza può essere improvvisa. La maggior parte dei casi è stata riportata nelle prime 8 settimane dall’inizio della terapia.

In caso di sospetto di porpora trombotica trombocitopenica, poiché c’è un elevato rischio di esito fatale, consultare lo specialista.

Per migliorare la prognosi si suggerisce il trattamento con plasmaferesi. Poichè la somministrazione di piastrine può portare ad un rischio maggiore di trombosi, se possibile deve essere evitata.

  • Emo st a si:

Impiegare con cautela la ticlopidina nel paziente che ha un aumentato rischio emorragico.

Non somministrare il farmaco in associazione con eparine, anticoagulanti orali e farmaci antiaggreganti piastrinici (vedere paragrafo “Interazioni medicamentose e altre”); comunque nei casi eccezionali di trattamenti concomitanti, è necessario effettuare uno stretto controllo clinico e di laboratorio (vedere paragrafo “Interazioni medicamentose e altre”).

In caso di piccoli interventi chirurgici (per es. estrazione dentaria), un sanguinamento prolungato deve essere previsto e quindi occorre informare il medico del trattamento in corso.

Prima di un intervento chirurgico di elezione si deve, quando possibile, sospendere il trattamento almeno 10 giorni prima (tranne nei casi in cui non sia espressamente richiesta una attività antitrombotica) in considerazione del rischio emorragico indotto dal farmaco: dopo la sospensione della terapia è consigliabile valutare l’eventuale persistenza dell’effetto sull’emostasi (tempo di sanguinamento) prima di procedere all’intervento.

In caso di intervento chirurgico d’emergenza si possono impiegare 3 metodiche come tali o in associazione per limitare il rischio emorragico e il prolungamento del tempo di emorragia: somministrazione di 0.5-1 mg/kg di metilprednisolone e.v. eventualmente ripetuta; desmopressina alla posologia di 0.2-0.4 µg/kg; trasfusioni piastriniche.

Poiché la ticlopidina viene ampiamente metabolizzata nel fegato: effettuati, soprattutto nei primi mesi di trattamento,

  • il farmaco va impiegato con cautela nei pazienti con disturbi della funzione epatica,
  • in caso di disfunzione epatica sospetta, i test di funzionalità epatica devono essere
  • e in caso di insorgenza di epatite o ittero si deve interrompere il trattamento e condurre i test di funzionalità epatica.

I livelli sierici di HDL-C, LDL-C, VLDL-C e trigliceridi possono aumentare dall’8 al 10% dopo 1-4 mesi di trattamento. Continuando la terapia non si osserva nessun altro aumento. I rapporti delle subfrazioni lipoproteiche (specialmente il rapporto HDL/LDL) rimangono immodificati. I dati degli studi clinici hanno dimostrato che l’effetto non dipende dall’età, sesso, consumo di alcol o diabete, e non ha nessuna influenza sul rischio cardiovascolare (vedere paragrafo “Effetti indesiderati”).

In studi clinici controllati nessun evento inatteso è stato riscontrato in pazienti con lieve insufficienza renale, e non vi è alcuna esperienza di aggiustamento del dosaggio nei pazienti con gradi maggiori di insufficienza renale. Tuttavia, per pazienti con insufficienza renale, può essere necessario ridurre il dosaggio di ticlopidina o interromperlo del tutto in caso di insorgenza di problemi emorragici o ematopoietici.

Sono stati segnalati casi di diarrea generalmente lieve e transitoria e si osserva principalmente nei primi tre mesi di trattamento.

Questi disturbi di solito si risolvono entro 1-2 settimane senza interrompere il trattamento (vedere paragrafo “Effetti indesiderati”).

Sono stati osservati in generale rash cutanei nei primi tre mesi di trattamento, con un tempo medio di insorgenza di 11 giorni. Se il trattamento viene interrotto i sintomi scompaiono entro pochi giorni (vedere paragrafo “Effetti indesiderati”).

Controllare accuratamente tutti i pazienti per verificare l’insorgenza di eventuali segni clinici e sintomi collegati alle reazioni avverse al farmaco specialmente durante i primi 3 mesi di terapia.

Aplake t non deve esse re u sa to duran t e la gravida n za e l’a ll a t t a m e n t o.

INTERAZI ONI MEDI CAMENTOSE ED ALTRE

Associa zio n i con farmaci che aume n t a n o il risch io emo rrag ico

I FANS aumentano il rischio emorragico (aumento dell’attività antiaggregante piastrinica associato all’effetto dei FANS sulla mucosa gastroduodenale). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico.

I farmaci antiaggreganti piastrinici aumentano il rischio emorragico (aumento dell’attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere a un attento monitoraggio clinico.

I derivati salicilici (per estrapolazione dall’acido acetilsalicilico) aumentano il rischio emorragico (aumento dell’attività antiaggregante piastrinica associato all’effetto dei salicilati sulla mucosa gastroduodenale). Se tali farmaci sono necessari procedere ad un attento monitoraggio clinico. In caso di impianto di stent vedere anche paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”.

Gli anticoagulanti orali aumentano il rischio emorragico (associazione dell’attività anticoagulante e dell’attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari procedere a un attento monitoraggio clinico e biologico (INR).

Le eparine aumentano il rischio emorragico (associazione dell’attività anticoagulante e dell’attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico e biologico (APTT).

Associazioni con farmaci potenzialmente mielotossici

Deve essere evitata l’associazione con altri farmaci potenzialmente mielotossici.

Associazioni che richiedono speciali precauzioni

Teofillina

Aumento dei livelli di teofillina nel plasma con rischio di sovradosaggio (diminuzione della clearance totale plasmatica della teofillina). Effettuare un monitoraggio clinico e se necessario dosare i livelli plasmatici di teofillina. Aggiustare il dosaggio della teofillina durante e dopo il trattamento con ticlopidina.

Digossina

La contemporanea somministrazione di ticlopidina e digossina induce una leggera riduzione (circa il 15%) dei livelli plasmatici di digossina: tale riduzione non dovrebbe influire sull’efficacia terapeutica della digossina.

Fenobarbital

Nei volontari sani, gli effetti inibitori della ticlopidina sull’aggregazione piastrinica non vengono influenzati dalla somministrazione cronica di fenobarbital.

Fenitoina

Dagli studi in vitro è emerso che la ticlopidina non modifica il legame proteico plasmatico della fenitoina. Comunque, non esistono studi in vivo sulla interazione della ticlopidina e dei suoi metaboliti sul legame proteico. Esistono invece rare segnalazioni di aumento dei livelli della fenitoina e della sua tossicità, quando la ticlopidina è prescritta in associazione. Particolare attenzione deve essere rivolta alla contemporanea somministrazione di questo farmaco con ticlopidina e può essere utile rimonitorare le concentrazioni ematiche di fenitoina.

Altre terapie concomitanti

In vari studi clinici la ticlopidina è stata somministrata in associazione con betabloccanti, calcio antagonisti e diuretici: non sono state riportate interazioni avverse clinicamente significative.

Gli studi in vitro dimostrano che la ticlopidina si lega in modo reversibile alle proteine plasmatiche (98%) ma che non interagisce con il legame proteico del propanololo, farmaco base, anche esso altamente legato alle proteine.

L’emivita biologica dell’antipirina che viene metabolizzata attraverso il sistema del citocromo P 450 è aumentata del 25% nel caso di somministrazione concomitante di ticlopidina. Questo è atteso anche per le sostanze con simile metabolismo epatico. Soprattutto per le sostanze con uno stretto indice terapeutico, è necessario un aggiustamento della dose all’inizio e dopo la sospensione della somministrazione concomitante.

La somministrazione concomitante di ticlopidina e antiacidi porta ad un livello di ticlopidina plasmatica inferiore del 20-30%.

La terapia cronica con cimetidina aumenta significativamente i livelli plasmatici di ticlopidina.

In casi molto rari è stata riportata la riduzione dei livelli ematici di ciclosporina, per cui in caso di contemporanea somministrazione occorre controllare la concentrazione ematica di ciclosporina.

AVVERTENZE SPECIAL I

Come tutti i farmaci, il prodotto deve essere tenuto fuori dalla portata dei bambini.

Gli effetti indesiderati della ticlopidina, come capogiri, possono compromettere la capacità di guidare o di usare macchinari.

Il medicinale non è controindicato per i soggetti affetti da celiachia.

DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMI NI ST RAZI ONE

La posologia consigliata, per la terapia a lungo termine, è di 1 o 2 compresse rivestite al giorno da assumersi durante i pasti.

Popolazione pediatrica

L’uso nei bambini e negli adolescenti non è raccomandato a causa della mancanza di esperienza negli studi clinici.

SOVRADO SAGG I O

Sulla base delle proprietà farmacodinamiche il sovradosaggio può determinare un rischio di emorragia.

Sulla base degli studi condotti sugli animali il sovradosaggio può determinare grave intolleranza gastrointestinale. In caso di tale evenienza, si consiglia l’induzione del vomito, la lavanda gastrica ed altre misure generali di supporto.

Se è necessaria una rapida correzione del tempo di sanguinamento prolungato, una trasfusione di piastrine può invertire gli effetti della ticlopidina. (vedere paragrafo “Opportune precauzioni di impiego”)

La ticlopidina non viene rimossa per dialisi.

EFFETTI INDESI DERATI

Sono stati osservati, in corso di trattamento con ticlopidina:

Effetti indesiderati comuni (con una frequenza maggiore o uguale a 1 paziente su 100 e minore a 1 paziente su 10):

  • diminuzione dei globuli bianchi nel sangue (neutropenia) anche grave, diminuzione dei granulociti nel sangue (agranulocitosi) (vedere paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”)
  • mal di testa, capogiri
  • diarrea e nausea (vedere paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”)
  • aumento degli enzimi epatici, aumento (isolato o meno) della fosfatasi alcalina e delle transaminasi (aumento di più di due volte oltre i limiti superiori di normalità) (vedere paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”)
  • rash cutanei, per lo più maculo papulosi o orticarioidi, spesso accompagnati da prurito. Questi rash cutanei possono essere diffusi su gran parte del corpo.
  • aumento della concentrazione di colesterolo nel sangue (colesterolemia) e della concentrazione di trigliceridi (trigliceridemia) (vedere paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”)

Effetti indesiderati non comuni (con una frequenza maggiore o uguale a 1 paziente su 1.000 e minore a 1 paziente su 100):

  • casi di isolata diminuzione delle piastrine nel sangue (trombocitopenia), in casi eccezionali accompagnata da anemia emolitica. Sepsi e shock settico possono essere complicazioni fatali dell’agranulocitosi
  • disturbi sensoriali (neuropatia periferica)
  • complicanze emorragiche, soprattutto lividi o ecchimosi ed epistassi, ematuria o emorragia congiuntivale, emorragie peri e postoperatorie che possono essere gravi e a volte con conseguenze fatali (vedere paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”)
  • ulcera gastroduodenale
  • aumento della bilirubina
  • dermatite esfoliativa

Effetti indesiderati rari (con una frequenza maggiore o uguale a 1 paziente su 10.000 e minore a 1 paziente su 1.000):

  • diminuzione concomitante dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine nel sangue (pancitopenia), insufficienza funzionale grave del midollo osseo (aplasia midollare), porpora trombotica trombocitopenica, leucemia e trombocitosi (vedere paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”)
  • ronzio alle orecchie (tinnito)
  • emorragie intracerebrali
  • epatite (citolitica e/o colestatica) e ittero colestatico (vedere paragrafo “Opportune precauzioni d’impiego”)

Effetti indesiderati molto rari (con una frequenza minore a 1 paziente su 10.000):

  • reazioni immunologiche con diversa manifestazione, per esempio reazioni allergiche, eosinofilia, anafilassi, edema di Quincke, artralgia, vasculite, sindrome lupoide, pneumopatia allergica, nefropatia da ipersensibilità a volte con conseguente insufficienza renale
  • grave diarrea con colite (compresa la colite linfocitica). Se l’effetto è grave e persistente la terapia va interrotta,
  • casi di epatite ad esito fatale e di epatite fulminante
  • eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnsons e sindrome di Lyell
  • febbre

In ogni caso sarebbe opportuno comunicare al proprio medico o al farmacista qualsiasi altro effetto indesiderato potenzialmente correlabile all’impiego del farmaco e non descritto nel foglio illustrativo.

SCADENZA E CONSERVAZI ONE

Scaden za: ved er e la dat a di scaden za r ipo r t a t a su l l a con fezio n e

La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.
Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza riportata sulla confezione.

Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non usa più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

TENERE IL MEDICINALE FUORI DALLA VISTA E DALLA PORTATA DEI BAMBINI

COMPOSIZI ONE

Ogni compressa rivestita contiene:

PRINCIPIO ATTIVO

Ticlopidina cloridrato mg 250

ECCIPIENTI

Lattosio monoidrato, Carbossimetilamido sodico tipo A, Macrogol 1500, Povidone, Magnesio stearato, Idrossipropilcellulosa, Etilcellulosa, Dietile ftalato, Gomma arabica, Titanio diossido (E 171), Talco, Saccarosio, Cera montanglicole

FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO

  • Compresse rivestite da 250 mg.
    Astuccio da 30 compresse

TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’I MMI S SI O NE IN COMMERCIO ROTTAPHARM S.p.A. – Galleria Unione, 5 – 20122 Milano

PRODUTTORI:

  • MADAUS GmbH Lütticher Strasse, 5-53842 Troisdorf (Germania)
  • ROTTAPHARM S.p.A.-Via Valosa di Sopra, 9-Monza (MB)

REVI SI ONE DEL FOGL IO ILL US T RATI V O DA PARTE DELL’AGENZI A ITAL IANA DEL FARMACO

Ottobre 2012